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Rollei RPX 400 tirata a 3200: facciamo una gigantografia

In questa terza puntata sulla Rollei RPX 400 tirata a 3200 ISO e sviluppata con Rollei RPX-D ho voluto provare a “tirare” al massimo le potenzialità di questa pellicola in pull realizzando una stampa in in un formato equivalente al 40x60cm. La pellicola ha tenuto benissimo la prova sottoponendosi a un ingrandimento di ben 18x.

Blow-up.

Blow up, ingrandimento, è anche il titolo di uno dei più interessanti film di Michelangelo Antonioni. Il protagonista, un famoso fotografo londinese, attraverso successivi ingrandimenti sempre più esasperati di uno scatto realizzato  in un anonimo parco londinese, si rende conto di aver assistito a un omicidio: nell’ingrandimento finale, quasi illeggibile a causa della grana sempre più esasperata, si intravede una mano che impugna una pistola che sporge da un cespuglio. Per tutt’altro motivi Blow Up è anche il filo portante di questo mio lavoro: ho voluto valutare, ingrandendo fisicamente un negativo su un foglio da stampa – e non attraverso una scansione – fino a che punto ci si può spingere a un ingrandimento esasperato, e di una pellicola, la Rollei RPX 400, tirata fino a 3200 ISO. Si fa un gran parlare sia in analogico che in argentico di quanto un’immagine possa essere ingrandita anche se, nel 99% dei casi, difficilmente supererà l’ingrandimento consentito da un monitor o da un display in un caso, dal formato 30×40 cm nell’altro. L’aspettativa di una gigantografia è un fatto piuttosto recente. Fino a non molto tempo fa il 99% delle immagini si stampava  al massimo in formato 10×15 cm. Il massimo del l’ingrandimento in cui poteva incorrere una persona comune era nel suo album di nozze. Detto questo la pellicola in questione ha retto il blow Up in modo eccellente, ma è opportuno non dimenticare che la fotografia nasce per ingrandimenti ben più modesti, tutto quello che si potrebbe ottenere da un sensore o da una pellicola straordinaria, di fatto rimane nella “penna dell’autore. Una fotocamera e una fotografia non andrebbero giudicate per la potenzialità di blow up, ma per la possibilità di riprodurre la realtà in un formato umano che raramente si spinge oltre il formato cartolina. Con le fotocamere medio formato dello scorso secolo, spessissimo venivano chiesti semplici provini a contatto che una volta ritagliati andavano a comporre l’album di famiglia, mentre i portafogli, dove oggi alloggiano le carte di credito, erano trapuntate dalle fototessere dei propri cari. La fotografia è solo un semplice pretesto. A colmarne i limiti, di formato piuttosto che si qualità, ci pensa l’individuo, attraverso  l’occhio e il cervello prima, per essere poi trasferita all’anima. 

Il negativo e il positivo a tutto fotogramma da cui è stato tratto l’ingrandimento

 

La testa dell’ingranditore Durst M 670 VC utilizzata per la prova è stata portata alla sua massima elevazione, a circa un metro di altezza dal piano dell’ingranditore. Il Durst M 670 VC pur consentendo di stampare negativi fino al formato 6x7cm ha una testa estremamente compatta da un lato e una colonna decisamente alta, ideale appunto per forti ingrandimento senza dover ruotare di 90 gradi la testa per proiettare l’immagine a muro ed effettuare in questo modo ingrandimenti considerevoli, ma con tutti gli svantaggi del caso: appenere un marginatore al muro è… complesso.

Da un lentino ingranditore Horizon 8x è stata smontata la diottra inserita alla base che viene utilizzata per misurare dal vivo la lunghezza dei dettagli del negativo o della diapositiva osservata. La scala è divisa per la prima parte in decimi di millimetro, poi in millimetri.

Il negativo inserito nel portanegativo a cui è stato rimosso il vetro Anti Newton on modo da poter appoggiare il vetrino circolare della diottra direttamente sul negativo, così da avere sia il negativo che la serigrafia della diottra sullo stesso piano di fuoco

A sinistra un dettaglio della scansione realizzata con una Nikon D5600 con obiettivo AF-S Micro NIKKOR 60mm f/2.8G ED, a destra un dettaglio della stampa, su cartoncino politenato Rollei Vintage RC 314 Perla

Ecco la stampa ultimata, in formato 24×30 cm. Sul foglio di carta, prima dell’esposizione, è stato appoggiato un a sinistra un righello trasparente per permettere di valutare le reali dimensioni della stampa rapportata all’immagine della diottra proiettata sul foglio di stampa insieme al negativo.

Appoggiando un righello sulla stampa ultimata è possibile confrontare la lunghezza della diottra ingrandita stampata con un righello di riferimento. Un millimetro della diottra corrisponde a un’area della stampa lunga 18mm. Questa è la prova che il negativo è stato ingrandito a ben 18x

Qui è evidenziata la porzione della stampa in formato 40×60 cm che è stata utilizzata per questo articolo: l’ingrandimento ottenuto è decisamente notevole, e la pellicola, nonostante il pull a 3200 ISO ha tenuto perfettamente l’ingrandimento.

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