LE LENTI ADDIZIONALI ROLLEINAR PER ROLLEIFLEX: guida pratica d’uso
Rolleiflex ha prodotto per le sue fotocamere una sterminata serie di accessori di cui ho già parlato, in modo sommario in questo mio articolo che trovate qui.
Oggi mi occuperò in modo specifico delle lenti addizionali Rolleiflex, indubbiamente uno degli accessori di ripresa originali Rolleiflex più interessanti.
Buona lettura e buona visione
Più vicino, sempre più vicino: le lenti addizionali
I normali obiettivi da ripresa hanno una minima distanza di messa a fuoco che non permette di solito nè la fotografia a distanza ravvicinata nè tantomeno la macro e la microfotografia. La soluzione più economica sono le lenti addizionali. La loro potenza è espressa in diottrie, a cominciare da 1 per salire di solito fino a 2, 3. Maggiore la diottria, maggiore la possibilità di avvicinare il soggetto. Si avvitano davanti alla lente frontale dell’obiettivo e possono essere “sommate”, è quindi possibile utilizzarne più di una contemporaneamente per aumentare l’ingrandimento. E’ la soluzione più economica e più facile; la lunghezza focale dell’obiettivo non cambia, e neppure la sua luminosità. Il risultato finale dipende dalla qualità delle lenti addizionali in uso.
Volendo complicarsi la vita: Nikon ha 6 modelli di lenti addizionali. Con filettatura da 52mm troviamo i modelli No.0 e No.1, rispettivamente da +0,7 e +1,5 diottrie e i modelli 3T e 4T, con le diottrie rispettivamente di +1,5 e +2,9 e composti da un doppietto acromatico, invece che da una sola lente, garantendo così prestazioni ottiche migliori. Nel diametro con filettatura da 62mm si trovano invece i modelli No.5T e No.6T, anch’essi costituiti da doppietti. Ricordiamo che la lunghezza focale di una lente addizionale è correlata alle sue diottrie attraverso la relazione FL=1000/D, in cui FL è la lunghezza focale della lente addizionale e D è la diottria della stessa. Quando invece la lente addizionale viene montata su un obiettivo, la nuova focale che si ottiene segue questa relazione: FN=(FO*FL)/(FO+FL) in cui FN è la nuova focale ricercata, FO la focale dell’obiettivo e FL la focale della lente addizionale.
L’anello di estenzione o tubo di prolunga
L’anello di estensione o tubo di prolunga è un sistema più efficace rispetto alle lenti addizionali.A seconda dell’obiettivo montato la qualtà è migliore e anche il rapporto di ingrandimento. A differenza delle lenti addizionali la luminosità massima dell’obiettivo comincia a diminuire. Ci sono tubi di prolunga proprietari di diversi brand – qui uno di Nikon – che in accoppiata a specifici obiettivi macro aumentano l’ingrandimento un modo proporzionale e matematico, passando per esempio dal rapporto 2:1 a 1:1. Non dispongono di lenti interni, servono semplicemente per “allontanare l’obiettivo dal piano di fuoco.
Gli obiettivi macro e micro
Diversi brand fotografici hanno a catalogo specifici obiettivi macro che permettono di focheggiare dall’infinito fino a pochi centimetri dal soggetto.La loro costruzione ottica è realizzata in modo che l’obiettivo mantenga la stessa risoluzione e planearità dal bordo fino al centro dell’obiettivo. A seconda del tipo di obiettivo è possibile utilizzarlo in accoppiata con i tubi di prolunga, arrivando, a seconda del tipo di tubo di prolunga, a specifici rapporti di ingrandimenti. Il Micro Nikkor 60mm f/2.8 G ED, a differenza del suo predecessore, il Micro Nikkor 55mm, arriva direttamente al rapporto di ingrandimento 1:1 sia sul fotogramma pellicola 24x36mm che utilizzato con le fotocamere equipaggiate con sensore full frame. In una parola, se un soggetto ha una lunghezza di 8mm nella realtà, sia sul fotogramma che sul sensore, risulterà lungo esattamente 8mm. L’utilità, soprattutto usando la pellicola, sta nel fatto che misurando sul fotogramma la lunghezza del soggetto si ha la certezza matematica che le proporzioni sono identiche al soggetto reale. Si usano anche in applicazioni scientifiche o mediche, come l’odontoiatria, per poter appunto avere un’immagine dove il soggetto risulti identico nelle misure al soggetto originale.
Obiettivi particolari: il Canon MP-E 65mm f/2.8 1-5x Macro Photo
Un discorso a parte meritano obiettivi speciali, come Il Canon MP: non è in grado di focheggiare all’infinito ma sul formato full frame permette di modulare l’ingrandimento da 1x fino addirittura 5x.
Il soffietto: la soluzione perfetta.
La soluzione perfetta è rappresentata dal soffietto. Qui è raffigurato il soffietto PB-6 di Nikon che permette di essere modulato dal una lunghezza minima di 48mm fino a 208mm che arrivano addirittura a 408mm con la prolunga PB-6E. Qui l’allungamento, rispetto ai tubi di prolunga, è senza soluzione di continuità: è compatibile con tutti gli obiettivi ma soprattutto gli obiettivo macro e micro. Viene spesso utilizzato con obiettivi per ingranditori fotografici o obiettivi cinematografici per piccoli formati di pellicola, come il 16mm, o con obiettivi micro realizzati appositamente per lavorare in accoppiata col soffietto. Qui si passa dalla macrofotografia alla microfotografia.
La soluzione Rolleiflex: le lenti addizionali Rolleinar
Ma torniamo a Rolleiflex, a questa straordinaria fotocamera che ha la prerogativa di essere uno strumento chiuso: non è possibile cambiare le ottiche, piuttosto che il magazzino, ci sono solo diversi accessori in grado di addomesticare la fotocamera alla maggior parte delle situazioni fotografiche. Rolleinar è il nome delle lenti addizionali proprietarie Rolleiflex in grado di fotografare a distanza ravvicinata con la propria Rolleiflex.
La distinzione tra i Gruppi e le diottrie delle lenti addizionali Rolleiflex
Rolleiflex ha prodotto filtri e lenti addizionali con attacco a baionetta, differenziate in quattro Gruppi , Gruppo 1, 2, 3 e 4 a seconda del tipo di fotocamera ma soprattutto del tipo di obiettivo da presa. Per ogni gruppo Rolleiflex ha prodotto da due a tre differenti lenti addizionali, 1, 2 e 3, che permettono, in combinazione con la messa a fuoco e in combinazione tra loro, di avvicinarsi sempre di più al soggetto. Grazie al fatto che ciascuna lente addizionale ha una baionetta inferiore per agganciarsi all’ottica da presa e una superiore, a ciascuna lente addizionale può essere contemporaneamente aggiunto un filtro o una seconda lente addizionale. Ogni lente è composta da due elementi: Rolleinar è la lente addizionale, Rolleipar è la lente che va montata sull’ottica superiore, quello per l’inquadratura, che permette di osservare sul vetro smerigliato l’immagine in base alla lente addizionale utilizzata e il campo inquadrato con precisione millimetrica, grazie anche alla correzione della parallasse. Se si usano due lenti addizionali non è più possibile visualizzare sullo schermo di messa a fuoco la corretta focalizzazione e l’effettiva area inquadrata usando la Rolleipar; in questo caso bisognerà riferirsi alle tabelle di distanza e di area inquadrata che Rolleiflex preparò ai tempi.
Il Gruppo 1 è destinato agli obiettivi che equipaggiano le Rolleicord con obiettivi a tre e quattro lenti, il Gruppo 2 agli obiettivi f/3.5 a cinque o sei lenti come il Planar o lo Xenotar, il Gruppo 3 agli obiettivi f/2.8 e il gruppo 4 alla Rolleiflex Grandangolare.
Tabella distanze di messa a fuoco delle lenti addizionali Rolleinar
A seconda del tipo di lente addizionali, 1, 2 o 3 o accoppiate, indipendentemente dal Gruppo, ecco la tabella delle distanze di fuoco e delle aree inquadrate, oltre al rapporto di ingrandimento e la profondità di campo. Con la Rolleinar 3 si arriva a un’area inquadrata di soli 16×16 cm.
Tabelle Rollienar 1 e 2
Ecco le tabelle di lavoro riferite alle Rolleinar 1 e 2 ( non ci sono qui le istruzioni della Rolleinar 3 ) Notate che tra le accoppiate possibili è prevista anche la somma di due Rolleinar 2.
Tabella Rolleinar 1, 2 e 3
La tabella delle tre Rolleinar. Qui non sormontate tra loro e quindi perfettamente utilizzabili usando le varie lenti Rolleipar a corredo da assicurare alla baionetta sull’ottica da visione. Quando Rolleiflex presentò le Rolleinar, queste venivano vendute senza le lenti Rolleipar, che poteva essere acquistata separatamente.
Montaggio corretto della Rolleipar
Mentre la lente addizionale Rolleinar può essere inserita nella baionetta dell’ottica da presa agganciandola da uno qualunque dei tre punti di attacco, la lente Rolleipar deve essere agganciata all’ottica da presa in modo che il simbolo rosso posto sulla sua baionetta sia posizionata in alto: la scritta Rolleinar deve essere leggibile come nell’immagine allegata. Montata diversamente la lente non sarà in grado di controllare la parallasse e di inquadrare la corretta area che verrà poi selezionata dalla lente addizionale utilizzata.
Aggiungere accessori alla lente addizionale Rolleinar
Grazie al fatto che come già spiegato le lenti addizionali Rolleinar hanno una doppia baionetta d’innesto, inferiore e superiore, a ciascuna lente possono essere agganciati altri accessori, a partire da una seconda lente addizionale, piuttosto che un filtro. Qui vediamo una soluzione limite: una lente addizionale a cui è stato aggiunto un filtro Rolleisoft, un secondo filtro o una seconda lente addizionale. Il paraluce è stato invece agganciato alla baionetta esterna presente alla base dell’obiettivo da presa.
Una Rolleinar 1 con filtro giallo e paraluce
Ecco la corretta sequenza di montaggio di una Rolleinar 1 insieme a un filtro giallo e a un paraluce. Ad eccezione di pochissimi filtri, i filtri originali Rolleiflex dispongono solo della baionetta di aggancio inferiore e vanno quindi montati per ultimi, in questo caso sopra alla lente addizionale Rolleinar. Il paraluce in gomma collassabile è stato montato per ultimo. Qui siamo nel Gruppo 3, la Rolleiflex è infatti una 2.8 F armata con un Planar, appunto, f/2.8
Come si comportano le lenti addizionali Rolleinar sul campo?
Innanzitutto un buon treppiedi e lo scatto a filo sono determinanti per una corretta focheggiatura e per evitare il micromosso. Il risultato finale è di una qualità stupefacente: qui vediamo uno scatto realizzato su pellicola Bergger Pancro e il successivo ingrandimento a mostrare il livello di dettaglio presente in soli 5mm di lunghezza di pellicola. L’articolo completo sulla pellicola Bergger Pancro 120 lo trovate qui.
Nelle immagini successive vedremo la minima e la massima distanza di ingrandimento usando le lenti addizionali Rolleinar 1, 2 e 3 del Gruppo 2
La Rolleiflex utilizzata per le prove sul campo con le lenti addizionali Rolleinar
E’ stata utilizzata una Rolleiflex 3.5 F con Planar 75mm con Rolleinar Gruppo 2 Sono state utilizzato sia la 1 che la 2 che la 3 a differenti distanze di fuoco, ovvero minima e massima. Tutti gli scatti sono stati realizzati da Paolo Prandini.
La pellicola e lo sviluppo utilizzato.
Tutte le immagini sono state scattate con pellicola Rollei Superpan 200 sviluppata in Bellini Hydrofen 1+31 per 13′. Prelavaggio di 60″
Rolleinar 1 , messa a fuoco infinito, 1/125, f/5,6
Rolleinar 1 , messa a fuoco infinito, 1/125, f/5,6, un dettaglio dell’immagine precedente
A destra della crociera della diottra appoggiata sul negativo le distanze sono espresse in millimetri, tranne il primo millimetro che è diviso in decimi di millimetro.
Rolleinar 1 , messa a fuoco a 90 cm, 1/60, f/8
Modificando la messa a fuoco, qui è stata passata da infinito a 90cm, l’ingrandimento risulta già maggiore anche senza cambiare la lente addizionale.
Rolleinar 2 , messa a fuoco all’infinito, 1/60, f/8
Rolleinar 2 , messa a fuoco a 90cm, 1/60, f/8
Rolleinar 2 , messa a fuoco a 90cm, 1/125, f/4
Stesse condizioni dell’immagine precedente, ma con diaframma aperto a f/4
Rolleinar 2 , messa a fuoco a 90cm, 1/125, f/4: dettaglio
Un dettaglio ingrandito dell’immagine precedente
Rolleinar 2 , messa a fuoco all’infinito, 1/250, f/3,5
Un situazione ai limiti, con diaframma completamente aperto; pur disponendo del pentaprisma, focheggiare su così brevi distanze senza l’ausilio della profondità di campo, è impresa titanica
Rolleinar 2 , messa a fuoco all’infinito, 1/250, f/3,5, dettaglio
Un dettaglio dell’immagine precedente, la focheggiatura è “caduta” sulla scala della profondità di campo dell’obiettivo Elmar 5cm f/3.5 impugnato dal sottoscritto
Rolleinar 3 , messa a fuoco a 90 cm, 1/30, f/8
Alla minima distanza di fuoco, con Rolleinar 3, si arriva al massimo ingrandimento possibile. L’obiettivo è stato diaframmato a f/8 per avere la certezza, grazie a una seppur minima estensione della profondità di campo, di ottenere un’immagine comunque a fuoco
Rolleinar 3 , messa a fuoco a 90 cm, 1/30, f/8. Dettaglio
Nell’ingrandimento è possibile notare non solo la perfetta messa a fuoco ma l’altissimo livello di dettaglio generato dalla lente addizionale Rolleinar 3, alla minima distanza di focheggiatura, seppur con diaframma f/8
L’importanza della corretta esposizione.
Anche se la Rolleiflex utilizzata dispone di esposimetro incorporato, è stato comunque utilizzato un esposimetro esterno, il Sekonic L-308X Flashmate, in modalità luce incidente. In fotografia una perfetto controllo dell’esposizione è di fondamentale importanza, e ancora di più utilizzando la pellicola, per poter ottenere, dopo un corretto sviluppo, dei negativi perfetti pronti per stampe perfette.
Nell’ingrandimento è possibile notare non solo la perfetta messa a fuoco ma l’altissimo livello di dettaglio generato dalla lente addizionale Rolleinar 3, alla minima distanza di focheggiatura, seppur con diaframma f/8
Treppiedi e testa: scelta fondamentale
Ho usato un treppiedi Manfrotto con la mia “testa prediletta”: è la testa a tre movimenti micrometrici, sempre di Manfrotto, che permette di effettuare appunto aggiustamenti micrometrici su tutti e tre gli assi.Qui sopra a sinistra un modello di treppiedi Manfrotto 055, a destra la testa XPRO a tre movimenti con controllo micrometrico.
CONCLUSIONI
Le lenti addizionali Rolleiflex, ma non è una novità, sono indubbiamente un capolavoro di ottica, in grado di consentire a Rolleiflex di fotografare a distanza molto ravvicinata senza nessuna perdita di qualità e con un perfetto controllo sia della messa a fuoco che dell’inquadratura.
Quali acquistare? Possibilmente tutte e tre, ma visto che non sono sempre facili da reperire, e in tutti i gruppi disponibili, io suggerisco di cercare innanzitutto la n.1, per cercare poi la n.2 e infine la n.3. La messa a fuoco a mano libera, lo ripeto, è molto difficile, soprattutto con diaframmi quasi completamente aperti; ma con un pò di pratica, e qui lo abbiamo abbondantemente dimostrato, si riesce a focheggiare perfettamente e a ottenere immagini a distanza ravvicinata di qualità ECCELLENTE.
Alla prossima
Gerardo Bonomo
Ringraziamenti
Ringrazio l’amico Paolo Prandini, autori dei ritratti che corroborano questo articolo.