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NIKON FE. ISTRUZIONI PER L’USO. SECONDA PARTE

Dopo la prima puntata sulla Nikon FE, eccoci alla seconda puntata sulla Nikon FE, questa straordinaria fotocamera di Nikon presentata alla fine degli anni ’70 ma che ancora oggi può dare grandissime soddisfazioni ai fotografi argentici.
Buona visione e buona lettura!

 

 

 

Nikon FE: uno sguardo d’insieme

 

 

 

La misurazione in stop down e la compatibilità con gli obiettivi pre Ai

La Nikon Fe, come già la Nikon FE ha la possibilità di sganciare l’accoppiamento previsto per gli obiettivi Ai permettendo sia di esenìguire precise esposizioni in stop down che di utilizzare anche gli obiettivi pre Ai, come i vecchi obiettivi F presentati alla fine degli anni ’50 con la prima Nikon F. Un’opportunità certo da non sottovalutare.

 

 

Nikon FE: le informazioni nel mirino

La Nikon FE permette di osservare, attraverso il mirino, diversi dati impostati e di scatto. In alto, come di consueto, grazie a un prisma che legge la scala dei tempi sull’obiettivo montato, è possibile leggere il tempo impostato. A sinistra è presente una scala che permette di leggere i tempi da1/1000 fino a 8 secondi, oltre l’impostazione sul tempo meccanico 1/90 di secondo e la posa B e se la ghiera dei tempi è impostata su A. Per indicare il tempo o la funzione impostata basta osservare dove è posizionata la stanghetta verse, che si muove sincronizzata rispetto alla rotazione della ghiera dei tempi. Per leggere invece il dato suggerito dall’esposimetro basta osservare l’ago nero che, se coincide con la stanghetta verde, indica che l’accoppiata tempo/diaframma scelta dall’utente è in linea con quanto suggerito dall’esposimetro.

 

Sotto o sovraesposizioni intenzionali

Al contempo, sempre a questa scala molto chiara e leggibile, è anche possibile introdurre delle sotto o sovraesposizioni intenzionali tenendo come riferimento l’ago dell’esposimetro e scegliendo volutamente un tempo di scatto più lento o più veloce per indurre appunto delle sotto o sovraesposizioni intenzionali

La staratura intenzionale dell’esposizione in manuale e in priorità di diaframmi.

Un altro sistema per effettuare delle sotto o sovraesposizioni intenzionali dell’esposizioni si ottiene agendo sulla ghiera delle starature intenzionali delle esposizioni; questa ghiera permette di indurre delle sotto o sovraesposizioni intenzionali da -2 fino a +2 stop e può ed è estremamente utile quando si sa già a priori che diverse immagini in sequenza, o perchè il soggetto riflette poca luce o perchè ne riflette troppa, potrebbero non essere correttamente esposte perchè la riflessione della luce da parte del soggetto ingannerebbe l’esposimetro. ATTENZIONE: quando si lavora in manuale sarà l’ago dell’esposimetro a stararsi e sarò l’utente a dover far collimare l’ago ” starato” con la stanghetta verse. Quando si lavora in A ovvero in priorità di diaframmi, verrà proposto un tempo di scatto “starato” sul quale però non è necessario intervenire, perchè sarà la fotocamera stessa ad adeguare il tempo di scatto. Una piccola pecca della FE è data dal fatto che, a differenza di altre fotocamere, come guà la Nikon FE2, quando si sposta la ghiera della staratura nel mirino non compare alcun avviso di staratura; sarà quindi l’utente, a staratura ultimata, che dovrà ricordaesi di riportare la ghiera sul simbolo “ZERO”.

 

La visualizzazione nel mirino della staratura intenzionale dell’esposizione nella Nikon FE2.

Qui si vede chiaramente il simbolo +/- che si retroillumina di rosso sulla Nikon FE2 quando si attiva una staratura intenzionale dell’esposizione. Devo ammettere, anche se la FE è mia fedele compagna da 39 anni, che questa miglioria sulla Nikon FE2 non è da disprezzare Personalmente, per evitare di ritrovarmi un intero rullo quasi intenzionalmente starato, io preferisco non usare, sulla FE, la ghiera della staratura intenzionale.

Detto anche effetto Schwartzchild, l’effetto di non reciprocità, o difetto di reciprocità è un limite delle pellicole, soprattutto a colori, tale per cui, oltrepassata la soglia del secondo di posa, impostando per esempio f/8 e 1 secondo di posa, se chiudiamo il diaframma di 1 stop, portandolo a f/11, per mantenere la medesima quantità di luce il tempo di posa non va semplicemente raddoppiato a 2 secondi ma va aggiunto del’altro tempo di posa. L’effetto è a progressione geometrica, questo significa che se già si parte con un tempo di posa molto lungo, una sua variazione, per esempio chiudendo il diaframma, o basandosi semplicemente sul dato fornito dall’esposimetro – che NON tiene conto dell’effetto di non reciprocità – porta a un reale tempo di posa che può essere il triplo o il quadruplo rispetto a quello indicato dall’esposimetro. Ecco il motivo per cui,pur accontentandosi del “soli ” 8 secondid ella Nikon FE, questa fotocamera fino a un certo livello di EV permette di impostare un tempo di posa che tenga conto anche dell’effetto di non reciprocità.

 

 

 

Il Memory Lock

Il Memory Lock è un’altra funzione interessante di Nikon che serve per bloccare l’esposizione puntando sul soggetto desiderato la parte centrale dell’inquadratura, si attiva spingendo verso l’obiettivo la leva dell’autoscatto e una volta premuta va tenuta bloccata fino a che non si effettua lo scatto. Attenzione: il Memory Lock funziona esclusivamente in priorità di diaframmi, ovvero quando la ghiera dei tempi è impostata sulla “A” verde.

Il Memory Lock: attenzione all’ago dell’esposimetro!

Quando viene attivato il Memory Lock e ricomponendo l’inquadratura si cambia il punto dell’inquadratura, se questa è più chiara o più scura rispetto al centro dell’immagine su cui è stato fatto il Memory Lock, l’ago dell’esposimetro si muoverà proponendo un nuovo tempo di scatto, o più lento o più veloce. Attenzione: anche se l’ago si muove, l’esposizione rimarrà bloccata sull’esposizione che è stata effettuata al momento della pressione del Memory Lock.

Nikon FE o Nikon FE2 ? Questo è il dilemma.

Dilemma simile a quello tra Nikon FM e Nikon FM2. La Nikon FE2 arriva a 1/4000 di secondo, dispone di TTL flash, il syncro flash è su 1/250 e anche il tempo meccanico è su 1/250. Attraverso il mirino il simbolo +/- avvisa se è stata impostata uno sotto o sovra esposizione intenzionale. Gli ISO impostabili sono stati portati da 3200 a 4000 ISO. Ma, ma c’è un ma: non è più possibile lavorare in stop down e soprattutto utilizzare gli obiettivi pre Ai.

Io, personalmente, non ho bisogno di tempi superiori a 1/1000 di secondo, nè del syncro flash a 1/250 di secondo nè tantomeno di un tempo di scatto meccanico a 1/250 di secondo, francamente troppo veloce per poter, in caso di necessità, con pellicole non molto sensibili, chiudere di un paio di stop in più il diaframma. Avrei bisogno del riferimento per la staratura intenzionale ma ho ancora più bisogno di lavorare in stop down e, se voglio, usare gli obiettivi pre Ai. La mia scelta, quindi, cade assolutamente sulla Nikon FE, senza per questo nulla togliere alle migliorie apportare sulla FE, migliorie per alcuni “peggiorie” per altri…

Scelgo Nikon FE, quindi.

Leggera, e da oggi non serve neppure tornare a casa per sviluppare i negativi.

Leggera, quasi tascabile, dotata di un parco ottiche, specie gli Ai a loro volta leggeri e compatti, la Nikon FE trova posto in una borsa di dimensioni contenute, insieme al suo corredo. E da oggi, se avete fretta di vedere i risultati, basta che abbiate con sè una LAB-BOX con il monobagno, Ars Imago o il Dx ONE di Ag+per poter sviluppare i vostri negativi direttamente sul campo, senza camera oscura, senza changing bag!

 

CONCLUSIONI

Il nostro tour sulla Nikon FE termina qui: Nikon FE rimane ancora oggi, per noi argentici, una fotocamera straordinaria ( a proposito, qui trovate la prima parte )

Quale sarà la prossima fotocamera di cui vi parlerò?

C’è un solo modo per scoprirlo: follow me!

A presto e buona luce

 

Gerardo Bonomo

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