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Rollei 35, la piccola GRANDE Rolleiflex. Seconda parte.

Eccoci alla seconda puntata di questa straordinaria fotocamera compatta. Il video qui sopra ha i suoi tempi, vi esorto nel vostro interesse a guardarlo tutto, se avete tempo: al suo interno troverete le parti che riguardano gli scatti sul campo, le fasi dello sviluppo e una parte finale in cui, usando una Leica M6 con un Summicron 35mm f/2 ho fotografato lo stesso soggetto usando lo stesso rullo di pellicola Rollei Paul & Reinhold, esposto per i primi 12 fotogrammi a 320 ISO, poi a 640 ISO e infine a 1600 ISO. Usando la sviluppatrice Agfa Rondinax ho poi fatto tre differenti sviluppi, tagliando 12 fotogrammi per volta e sviluppandoli con diversi tempi, usando sempre lo stesso sviluppo, il Rollei Supergrain, alla diluizione 1+12.

Alla fine dell’articolo troverete alcune immagini alla risoluzione nativa per poter fare dei confronti idonei della pellicola Paul & Reinhold esposta a 320, 640, 1600 ISO e sviluppata di conseguenza.

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Grazie.

Gerardo Bonomo 

Il primo rullo: Rollei 35 e pellicola Paul & Reinhold esposta a 640 ISO

Ho esposto il primo rullo, usando una Rollei 35 e la pellicola Paul & Reinhold esposta a 640 ISO, ovvero alla sua sensibilità nominale.

Anche se la Rollei 35 è priva di specchio, ha l’otturatore centrale e a 640 ISO permetterebbe di scegliere tempi di scatto piuttosto rapidi, specie in una giornata di sole, ho preferito realizzare tutti gli scatti su treppiedi e usare lo scatto a filo, da un lato per evitare la variabile del micromosso, dall’altro per poter effettuare delle misure corrette tra la fotocamera e il soggetto prinicipale.

La pellicola Rollei Paul & Reinhold

Ne ho già parlato nella prima parte del lavoro. E’ una pellicola celebrativa per, attenzione, i cento anni della Franke & Heidecke, non della Rolleiflex, il cui primo modello è stato presentato nel 1929.

Sotto l’emulsione

La Paul & Reinhold è una pellicola pancromatica. L’emulsione è simile a quella della Rollei RPX 400 a cui sono stati aggiunti dei catalizzatori che le permettono di essere esposta a 320, 640 e 1600, a differenza della RPX 400 che può essere esposta, oltre che nominalmente, a 400, 800, 1600 e 3200 ISO.

La base è triacetato come il 90% delle pellicole; il PET, utilizzato per le Rollei RPX 25, Retro 80S, Superpan 200, Retro 400S e Infrared ha il vantaggio di avere una base più cristallina e una maggiore stabilità dimensionale. Il doppio svantaggio del PET sta nel fatto che si comporta come una fibra ottica quindi, nel formato 135, dove la coda sporge dal rullo ( problema che non si pone nè con il formato 130 nè con la pellicola piana 4×5” ( Rollei RPX 25 e Rollei Infrared ) bisogna caricare e scaricare la pellicola in luce MOLTO attenuata, pena la bruciatura del primo fotogramma e delle bruciature lungo i bordi perforati, al di fuori del fotogramma, che in alcuni casi arrivano fino al terzo fotogramma – senza per questo invadere l’area del fotogramma 24x36mm. L’alto svantaggio del PET è che non può essere utilizzato con le tank daylight, come le Agfa Rondinax, sia 35 che 60 o la LAB BOX, sia con il modulo 135 120. In formato 135 la taglierina non è in grado di separarare, dopo aver avvolto l’ultimo fotogramma, la pellicola dal rullino, nel formato 120 la pellicola, anzichè arrotolarsi nel cilindro camera oscura presente sia nella Rondinax 60 che nel modulo 120 di LAB BOX, si avvolge al di sopra, per cui, dopo aver riaperto il coperchio, per agganciare la pellicola alla pinza di acciaio, nel 99% dei casi la pellicola non si arrotolata all’interno della camera oscura e risulterà quindi completamente bruciata.

Attualmente la pellicola Paul & Reinhold è disponibile solo in formato 135 on una confezione celebrativa che contiene due rulli, uno serigrafato Paul, l’altro Reinhold, ma di fatto la pellicola è naturalmente la stessa.

Sensibilità pancromatica di un negativo in bianco e nero pancromatico a toni continui la cui sensibilità può essere variata.. Grazie alla sua grande latitudine, puoi esporre questa pellicola a ISO 1600/33° e ottenere negativi di alta qualità. Non ci sarà alcun cambiamento nella grana della stampa finale, ma potrebbe esserci una leggera perdita di dettagli in ombra. • Sensibilità spettrale ISO 640/29° da 380 a 660 nm (sens. lg <2.0 | > -0.5) • Contrasto potere risolutivo 1000 : 1 = 110 lp/mm • Grana fine – granularità RMS (× 1000) = 14 • Spessore dello strato di 10 mμ • Buona idoneità al filtro grazie ad un armonico aumento di tonalità valori nel rispettivo spettro di colori • Latitudine di esposizione di ± 2 f-stop • Buone proprietà pull-push, da ISO 160 a ISO 1600 con adeguamento dei tempi di sviluppo • Ottima riproduzione dei toni • Oscurità massima molto buona (D-Max) • Planarità ottimale • Supporto in triacetato con maschera leggera

 

Qui di seguito il link a un articolo specifico  sulle pellicole Rollei:

 

GUIDA PRATICA ALLE PELLICOLE ROLLEI

Si stima che la messa a fuoco a stima porti a errori inestimabili ( antico detto Longobardo )

La messa  a fuoco a stima può avere un senso con obiettivi di focale relativamente corta ( Rollei 35 monta un 40mm, non proprio un grandangolare ) e lavorando in iperfocale. Ma questo non è il mio modo di lavorare. Motivo per cui, concentrandomi soprattutto su scatti di oggetti inanimati o ritratti in posa, ho preferito un simpatico metro per misurare le distanze sul campo.

Ho lavorato esclusivamente su treppiedi e con scatto a filo, nonostante i 640 ISO della pellicola mi avrebbero potuto permettere di scattare anche a mano libera

 

 

L’esposizione.

Come sempre, mi sono affidato al mio esposimetro Sekonic Flashmate L 308x lavorando sia in luce riflessa che in luce incidente, questo per due motivi: il primo perchè la Rollei 35 in iei mani aveva una batteria da 1,5V inserita nell’apposito riduttore ma di cui mi fidavo punto e poco; il secondo perchè io preferisco a prescindere lavorare con esposimetro esterno in luce incidente

 

 

Accessori a corredo

Ho usato come treppiedi un vecchio quanto straordinario Gitzo G 126 con testa G175: non amo le teste a sfera, ma questa di Gitzo ha la possibilità di bloccare prima l’asse orizzontale, quindi di essere messa in bolla e poi di essere ruotata. Ho usato una livella a bolla Kaiser che ho montato sotto la Rollei 35 sulla slitta portaflash e naturalmente uno scatto a distanza.

 

 

Lo sviluppo della Paul & Reinhold esposta alla sensibilità nominale di 640 ISO

Ho sviluppato il primo rullo in Rollei Supergrain alla diluizione 1+12 per 9’ e 30” a 20°C usando una tank Paterson

Primo minuto rotazione continua poi un rovesciamento ogni 30 secondi

Prebagno in acqua del rubinetto a 20°C per eliminare lo strato antihalo e preparare l’emulsione a ricevere lo sviluppo

Arresto per un minuto in Rollei RCS Citrin Stop alla diluizione 1+19 per bloccare lo sviluppo ed evitare al contempo di inquinare il fissaggio con residui di sviluppo

Fissaggio in Rollei RXN alla diluizione 1+4 per 6 minuti

Lavaggio con iniettore Paterson in acqua corrente a 20°C per 15 minuti

Bagno finale in acqua depurata F.U. senza neppure l’aggiunta del tradizionale Wetting Agent: quando il bagno finale è in acqua depurata il potere tensioattivo del Wetting Agent è superfluo in quanto anche se qualche goccia d’acqua dovesse asciugarsi sulla superficie lucida della pellicola – quella dove è depositato lo strato antihalo, è impossibile che si creino comunque macchie di calcare, mentre ci si garantisce di non inquinare spirale e tank con il Wetting Agent.

Asciugatura a temperatura ambiente

( Fonte: Wikipedia )

 

 

​I primi risultati

Un primo scatto, in pianta, naturalmente su treppiedi, ottima gamma tonale, per il livello della grana vi rimando ai link degli scatti originali che trovate qui sotto.

Fotogramma completo

 

dettaglio

 

Un tronco tagliato con una illuminazione particolare

Mi sono posizionato in modo che la luce arrivasse radente sul tronco così da poterne discernere meglio il trama texture: grazie anche a questo tipo di illuminazione, il livello di nitidezza è molto evidente.

A seguire l’immagine originale in alta risoluzione.

 

Tronco tagliato illuminato lateralmente

La mia radice preferita

La fotografo spesso, mi affascina questo albero cresciuto in un punto dove il continuo sprofondamento e allargamento del sentiero ne ha messo in luce le radici, ma senza in alcun modo disturbarlo.

la Rollei 35, su treppiedi, era posizionata perfettamente parallela, in modo fa avere, anche grazie al diaframma chiuso a f/11, un dettaglio quasi perfetto di tutta la scena in primo piano.

Qui di seguito l’immagine originale.

La radice esposta

 

 

L’importanza fondamentale dei filtri

Due scatti a una betulla contro a un luce sereno ma velato; nel secondo scatto ho applicato un filtro rosso 25a ottenendo uno scurimento perfetto delle parti serene del cielo.

A pochi minuti dal tramonto

Dopo una giornata piovosa, propio al tramonto il cielo ha squarciato le nubi e per poche decine di secondi ha illuminato l’erba, carica di gocce di pioggia. Mi sono posizionato in controluce, ho focheggiato la parte in basso dell’erba e ho scattato a f/8: oltre alla nitidezza del punto di fuoco è interessante notare il bokeh dello sfondo, pastoso ma perfettamente leggibile. Tutto merito della qualità dell’obiettivo Tessar utilizzato e dal numero di lamelle del diaframma.

A seguire l’immagine originale.

L’erba dopo un piovasco illuminata in controluce dagli ultimi raggi di sole al tramonto

A tutta apertura

Mettendo sempre a fuoco utilizzando un metro, lavorando a tutta apertura e focheggiando la teiera; nonostante la distanza, un 40mm a tutta  apertura rimane un 40mm, infatti la scritta del tipo di infuso utilizzato appena dietro la teiera, è risultato di nuovo piacevolmente sfuocato. Di nuovo uno scatto rubato, sfruttando un ultimo raggio di sole che colpiva direttamente il tavolo di una cucina.

Qui sotto il dettaglio ingrandito della teiera.

 

Il dettaglio della teiera

Senza autoscatto

La Rollei 35 è priva di autoscatto, ma basta uno specchio per ottenere comunque un autoritratto. Per tutte e tre le immagini ho misurato la distanza tra la fotocamera e la superficie dello specchio, poi l’ho raddoppiata, come do consueto quando si fotografa un soggetto riflesso nello specchio. la misurazione è stata perfetta, la diffrazione intorno alle lucine è dipesa dal diaframma piuttosto chiuso, nella seconda immagine ho distanziato la fotocamera per poter ottenere una fotografia, pur di spalle, di me stesso e il mio riflesso nello specchio. Nella terza immagine la luce proveniva da un LED posizionato radente a lato dell’inquadratura.

 

 

Leica M6 e la pellicola Paul & Reinhold esposta a 320, 640 e 1600 ISO e sviluppata in Rollei Supergrain utilizzando la tank dayligt Agfa Rondinax

Veniamo a quella che io ritengo essere stata la parte più importante del lavoro. Se nella prima parte ho lavorato con la pellicola Rollei Paul & Reinhold esposta e sviluppata alla sua sensibilità nominale, nella seconda parte ho lavorato con la pellicola Paul & Reinhold effettuando tre diversi settaggi della sensibilità, 320, 640 e 1600 ISO. Ho lavorato con una Leica M6 armata con un Summicron 35mm f/2 e ho sviluppato la pellicola, sempre in Rollei Supergrain, utilizzando la sviluppatrice Agfa Rondinax utilizzata in modo letterale, ovvero sfruttando l’opportunità di tagliare singoli spezzoni di pellicola, sempre in daylight, cambiando per ogni spezzone il tempo di sviluppo. In questo modo ho anche potuto verificare come lavora effettivamente la pellicola Paul & Reinhold alle varie sensibilità

Leica M6

Cosa dire di più di quanto è stato scritto su Leica M6? Nonostante molti preferiscano le Leica completamente meccaniche, ovvero, senza alcun tipo di circuiti elettronici, seppur deputati solo all’esposimetro, Leica M6 vanta un esposimetro TTL – pur essendo una fotocamera con mirino galileiano, di una precisione assoluta, questo grazie al fatto che la cellula esposimetrica punta verso la tendina sulla quale è stampato un bollo bianco sul quale si proietta attraverso l’obiettivo l’immagine che finirà poi sulla pellicola. precisione esposimetrica assoluta e, senza batteria, semplicemente l’esposimetro non funziona. Io adoro la M7, che senza batterie lavora solo su due tempi di scatto, ha comunque un’importante componente elettronica ma ha il vantaggio di avere in questo modo anche la possibilità di utilizzare la priorità di diaframmi. Una macchina che, comprendendo la filosofia degli utilizzatori Leica, non è mai stata accettata con pieno entusiasmo. Io per averne una ci farei la firma. Ma dove?…

Non entro nei dettagli dell’ottica, qui un Summicron 35mm f/2: le varianti, i vari modelli pre e post asph, necessiterebbero di un articolo a parte. Quello che invece accomuna Leica con un 35mm a Rollei 35 è il fatto che entrambe sono fotocamere con mirino galileiano, prive quindi di box specchio e di solito con ottiche simmetriche quindi di qualità superiore. un 40mm è lontano parente del 35mm ma potrebbero stare sullo stesso stato di famiglia. Disponendo di una sola Rollei 35, e volendo immortalarla nella sequenza, ho quindi chiesto che mi venissero scattate delle foto con una Leica. Su treppiedi e con scatto a filo, naturalmente.

Rondinax, il mito

Mi sono procurato la prima Rondinax anni fa ma per semestri rimase inerte. Poi un giorno la provai e me ne innamorai. Una tank daylight in grado di caricare e sviluppare la pellicola in modo assolutamente perfetto in piena luce del sole. Mistica.

Ne ho parlato in diversi miei articoli e video.

Ma qui è arrivata a fagiuolo: grazie al fatto che può separare la pellicola dal rullino prima che questa sia completamente avvolta, e grazie a un’astina collegata al ponticello di carico è possibile da un lato controllare l’esatto caricamento e funzionamneto, dall’alltro il numero di fotogrammi caricati, ho tagliato una prima volta la pellicola al dodicesimo fotogramma, che erano i primi fotogrammi esposti con Leica a 320 ISO, per tagliare poi i successivi dodici ( dal dodicesimo al ventiquattresimo fotogramma ) che erano quelli esposti a 640 ISO ) per terminare con i fotogrammi dal ventiquattresimo al trentaseiesimo, esposti a 1600 ISO.

Leica CL e Agfa Rondinax 35U: la strana coppia

SVILUPPIAMO UNA PELLICOLA CON LA TANK DAYLIGHT AGFA RONDINAX… IN PIENO SOLE!

Rollei Supergrain

Ho usato lo sviluppo Rollei Supergrain:

per lo spezzone a 320 ISO, dopo prebagno, a 1+12 per 6’ 30” a 20°C

per lo spezzone a 640 ISO, dopo prebagno, a 1+12 per 9’ 30” a 20°C

per lo spezzone a 1600 ISO, dopo prebagno, a 1+12 per 20’ a 20°C

In tutti e tre i casi in rotazione continua rallentata il più possibile ( la Rondinax non può essere capovolta.

Rollei Supergrain è un moderno sviluppatore a grana fine per pellicole in bianco e nero. Supergrain offre una qualità dell’immagine superiore con una grana estremamente fine. Produce risultati nitidi, sfruttando appieno la velocità della pellicola. Supergrain è il risultato di un ulteriore sviluppo della classica ricetta AM-74. Diluizione: 1 + 9, 1 + 12 e 1 + 15. Resa: fino a 60 film

Arresto e dintorni

Per completare il lavoro questa volta ho utilizzato come arresto l’Ecostop alla diluizione 1+19 per 1’, come fissaggio l’Ecofix alla diluzione 1+4 per 6’. Dopo il lavaggio l’immancabile passaggio in standing per 2’ in acqua F.U., a piacere con l’aggiunta o meno di 2,5ml di WAC per 500 ml di acqua F.U., così da annullare ogni possibile probabilità che sul negativo asciutto, dalla parte dello strato antihalo possano comparire macchie di calcare – asportabili con delicatezza a secco con un panno in microfibra pulito e asciutto.

L’alternativa al Rollei Supergrain: il Bellini Hydrofen

Se vogliamo sviluppare italiano ecco l’inaffondabile Bellini Hydrofen: può essere utilizzato alla diluizione 1+15 o alla più economica, e con miglior risultato, 1+31

Qui di seguito la tabella riferita alla pellicola Paul & Reinhold:+, che include,oltre ai tempi e alle diluzioni della Rollei Supergrain, anche quelli del Bellini Hydrofen e del Agfa R09

Rollei Supergrain: Agfa R09 Special/Studio/Bellini Hydrofen

Rollei Supergrain:

320 ISO 1+9 5’ 30” 1+15 5’

320 ISO 1+12 6’ 30” 1+31 10’

640 ISO 1+9 8’ 1+15 6’

640 ISO 1+12 9’ 30” 1+31 12’

1600 ISO 1+9 16’ 1+15 9’ 30”

1600 ISO 1+12 20’ 1+31 19’

Agfa R09 Special/Studio/Bellini Hydrofen

320 ISO 1+15 5’

320 ISO 1+31 10’

640 ISO 1+15 6’

640 ISO 1+31 12’

1600 ISO 1+15 9’ 30”

1600 ISO 1+31 19’

640 ISO 1+9 8’ 1+15 6’

640 ISO 1+12 9’ 30” 1+31 12’

1600 ISO 1+9 16’ 1+15 9’ 30”

1600 ISO 1+12 20’ 1+31 19’

Agfa R09 Special/Studio/Bellini Hydrofen

320 ISO 1+15 5’

320 ISO 1+31 10’

640 ISO 1+15 6’

640 ISO 1+31 12’

1600 ISO 1+15 9’ 30”

1600 ISO 1+31 19’

Memento: le pellicole Paul & Reinhold NON hanno il codice DX.

Ricordiamo che queste pellicole, proprio per il fatto che possono essere esposte a tre differenti sensibilità, non dispongono del codice DX, ovvero le fotocamere che hanno i sensori per la lettura del codice DX non sono in grado di leggere la sensibilità. Le opzioni sono tre: usare un esposimetro esterno in luce incidente e correttamente settato – scelta consigliata, settare la fotocamera in modo che non legga il codice DX ma la sensibilità impostata manualmente sulla fotocamera, usando un pennarello annerire alcuni riquadri della parte metallica della pellicola per simulare il codice DX. Se tutto questo non fosse possibile, normalmente le fotocamere che lavorano esclusivamente con il codice DX, se non sono in grado di leggerlo, imposteranno di default la sensibilità o a 100 o a 200 ISO: queste fotocamere sono INCOMPATIBILI con la pellicola Paul & Reinhold.

A 320 ISO.

Cominciamo a 320 ISO, ricordo lo sviluppo in Rollei Supergrain 300 ml, diluizione 1+12 per 6’ 30” a 20°C rotazione lenta in Agfa Rondinax.

Qui lil dettaglio fotografato insieme alla diottra, partendo dalla croce centrale a destra i decimi di millimetro e poi i millimetri.

 

La pellicola Paul & Reinhold a 320 ISO

A 640 ISO.

A 640 ISO, ricordo lo sviluppo in Rollei Supergrain 300 ml, diluizione 1+12 per 9’ 30” a 20°C rotazione lenta.

Qui il dettaglio fotografato insieme alla diottra, partendo dalla croce centrale a destra i decimi di millimetro e poi in millimetri.

 

Paul & Reinhold a 640 ISO

A 1600 ISO.

Ed eccoci alla massima estensione, 1600 ISO, ricordo lo sviluppo in Rollei Supergrain 300 ml, diluizione 1+12 per 20’ a 20°C rotazione lenta.

Qui lil dettaglio fotografato insieme alla diottra, partendo dalla croce centrale a destra i decimi di millimetro e poi in millimetri.

 

La pellicola Paul & Reinhold a 1600 ISO

I confronti

In alto da sinistra lo scatto a 320 ISO, al centro a 640 ISO a destra a 1600 ISO

A seguire in alto a 320 ISO, al centro a 640 ISO, in basso a 1600 ISO

 

Conclusioni.

 

La Rollei Paul & Reinhold si è dimostrata una pellicola estremamente versatile, una sorta di Victorinox fotografico multiISO da tenere sempre in borsa per potersi adeguare a qualsiasi evenienza di illuminazione. Se a 20 ISO la grana mi pare molto simile all’esposizione a 640 ISO, a 1600 ISO l’aumento di grana rispetto al 640 ISO è quasi irrilevante, di fondamentale importanza, questo contenimento, visto che la pellicola è disponibile solo nel “microformato” 135, ovvero 24x36mm.

Ma tra le righe leggiamo che in questo periodo fioriscono le novità nel mondo della fotografia analogica in bianco e nero, dalle pellicole alle nuove carta da stampa, dalle tank di sviluppo ai banchi ottici e alle folding, fino agli ingranditori, oltre a diverse nuove chimiche.

Il bianco e nero non sta solo bene, ma si sta ancora migliorando.

E forse non è un caso se uno dei giochi più antichi del mondo, la scacchiera, vive su 64 caselle bianche  e nere, e i pezzi sono, appunto, in bianco e nero.

Vi ringrazio per la vostra attenzione

Gerardo Bonomo

 

Dovuti ringrazianti

 

A  Felix Bielser di PuntoFotoGroup per aver messo a disposizione la SUA Rollei 35 Limited Edition. E’ bello sapere che uno svizzero si fida di un italiano…

 

Ai compianti Franke & Heidecke che con la loro genialità e lungimiranza hanno reso possibile tutto questo.

 

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Grazie.

Gerardo Bonomo

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