Come si sviluppano cinque pellicole Rollei Superpan 200 in un minuto?
… impossibile…, ovviamente, ma è possibile – ovviamente NON in 1 minuto… – , disponendo di due tank, tipo Paterson, di adeguata altezza, caricando nella prima tre spirali e nella seconda due spirali sviluppare in contemporanea cinque pellicole. E ‘naturalmente necessario avere già tutti i liquidi pronti, ovvero:
1000ml di acqua a 20°C per il prebagno della tank caricata con due pellicole
1500ml di acqua a 20°C per il prebagno della tank caricata con tre pellicole
1000ml di soluzione di sviluppo pronta a 20°C
1500 ml di soluzione di sviluppo pronta a 20°C
1000ml di soluzione di arresto pronta
1500ml di soluzione di arresto pronta
1000ml di soluzione di fissaggio pronta
1500ml di soluzione di fissaggio pronta.
Per lo sviluppo di questi cinque Rollei Superpan 200 120 ho utilizzato lo sviluppo Bellini Hydrofen diluito 1+31: primo minuto di rovesciamento continuo, a seguire 14 minuti di sviluppo con un capovolgimento ogni 30 secondi. Il risultato è stato ineccepibile.Bisogna prestare molta attenzione soprattutto alla fase di sviluppo, dove le tank vanno riempite quasi contemporaneamente e capovolte all’unisono ( non a caso abbiamo due mani… )
E’ altresì importante distinguere i vari flaconi di chimica in modo sicuro, onde evitare, nella fretta congesta, di confondere, per esempio, lo sviluppo con il fissaggio, ma ci sono riuscito.
Al termine ho eseguito un lavaggio di 20 minuti e bagno finale in acqua depurata con aggiunta di WAC. Senza scuotere le spirali intrise di acqua depurata ho appeso ogni singolo rullo e, grazie alla base in P.E.T. che contraddistingue la Rollei Superpan 200, dopo soli 30 minuti a temperatura ambiente le pellicole erano perfettamente asciutte.
Ci vuole molta concentrazione e, come sempre quando si fanno sviluppi multipli, essere certi che la chimica sia freschissima, onde evitare di creare problemi irreversibili a più pellicole contemporaneamente.
LHydrofen di Bellini, alla diluizione 1+31 si è ancora una volta comportato più che egregiamente e con un notevole risparmio sui costi. Le tank e le spirali utilizzate sono state della Paterson
Buona visione a tutti.
Due tank Paterson Super System Multi Reel
Per questa operazione ho utilizzato due tank Paterson Super System 4 Multi Reel: a sinistra il modello Multi Reel 5 in grado di sviluppare contemporaneamente fino a 5 rulli 135 o 3 rulli 120, a destra il modello Multi Reel 3 in grado di sviluppare contemporaneamente fino a 3 rulli in formato 135 o 2 rulli in formato 120. Al centro lo sviluppo Bellini Hydrofen nella confezione da 250ml, che ho utilizzato in diluizione 1+31 a 20°C per 15 minuti.
Caricare le pellicole.
Con tank di una certa altezza è preferibile caricare la pellicola, specie il 120, in camera oscura piuttosto che nella changing bag. Io prima di caricare ogni pellicola, scaldo con un asciugacapelli la spirale per togliere qualsiasi traccia di umidità. La spirale “calda” inoltre, facilita l’ingresso e il corretto avvolgimento della pellicola al suo interno.
Sviluppo: rovesciamenti.
Per il primo minuto, dopo aver immesso lo sviluppo nelle tank, si procede con rovesciamenti continui per i primi 60 secondi, battendo al contempo il bordo inferiore delle tank con relativa delicatezza sul tavolo di lavoro per essere certi di staccare tutte le possibili bolle d’aria che potrebbero essere rimaste adese tra l’emulsione e la spirale. Nel caso di queste Superpan 200, per i successivi 14 minuti di sviluppo, ho proceduto con un rovesciamento ogni 30 secondi.
L’arresto. Agitazione
Così come per il prebagno, durante il minuto di arresto – qui ho usato l’Ecocitrostop di Rollei alla diluizione 1+19 – preferisco utilizzare il “tank agitator roads” per evitare trafilamenti di chimica dal tappo della tank da un lato, dall’altro per non perdere tempo sia a fissare il tappo alla, anzi, alle tank che a rimuoverlo. L’Ecocitrostop è molto simile al fissaggio Citrin che anzichè lavorare su base di acido acetico glaciale, irriante per inalazione, lavora su base di acido citrico che ha in più il vantaggio di scolorirsi man mano che perde di vigore
Il fissaggio. Caricamento
E’ arrivato il momento di inserire nelle tank il bagno di fissaggio. Qui ho adoperato un fissaggio della Bellini, denominato FX 100, alla diluizione di 1+4 sempre a 20°C, per un tempo totale di fissaggio di 6 minuti.
Il fissaggio. Agitazione
A differenza dello sviluppo, dove il numero di rovesciamenti o agitazioni concorrono ad aumentare o diminuire la forza dello sviluppo, tanto il bagno di arresto che di fissaggio possono essere usati rovesciando le tank a piacere; io preferisco comunque, soprattutto per il fissaggio, effettuare diversi rovesciamenti durante il trattamento di fissaggio: il fissaggio ben eseguito è di fondamentale importanza.
Il fissaggio. Svuotamento e recupero.
Anche il fissaggio, come l’arresto, possono essere utilizzati per diverse sessioni di sviluppo. Ogni produttore declina nelle istruzioni, il numero di pellicole o di fogli di carta che possono essere fissati con un certo quantitativo di soluzione. Mentre l’arresto è identico sia nella diluizione che nel tempo di permanenza nel medesimo tanto per le pellicole che per le carte, il fissaggio, può essere dello stesso tipo, ma ha diluizioni e tempi maggiori per la pellicola rispetto alla carta. Il fissaggio – e la sua perfetta eliminazione durante il successivo bagno di lavaggio sono di FONDAMENTALE importanza per l’aspettativa di vita tanto della pellicola che della stampa. Inutile quindi utilizzarlo oltre i limiti suggeriti, ma altrettanto inutile, costoso e non solo, usarlo in modalità one shot.
Il controllo dei negativi dopo il fissaggio e l’avviamento al lavaggio finale.
E’ venuto – finalmente ? – il desiato momento del controllo del risultato finale. Le variabili sono quasi infinite:
La pellicola è stata correttamente stesa in fabbrica e conservata adeguatamente?
La pellicola si sarà correttamente agganciata durante il caricamento della fotocamera?
La fotocamera avrà lavorato correttamente? Non ci saranno state sfiammature? Esposizione e messa a fuoco sono state eseguite correttamente? Il diaframma ha funzionato? E l’otturatore?
Il caricamento della pellicola nella spirale prima, nella tank poi, è avvenuto correttamente?
Lo sviluppo è stato adeguatamente diluito? La temperatura era corretta? Il tempo di sviluppo era corretto?
Non c’è stata una qualche inversione nell’uso dei chimici?
I chimici erano ancora vigorosi o scaduti?
Quante variabili!
Conclusioni.
5 rulli sviluppati in 1 minuto ? !!!!!!!!!!!!
Ma quale IMMENSA SODDISFAZIONE se tutto è andato come doveva o come avrebbe dovuto.
E siamo ancora a metà del lavoro: dopo il lavaggio e il passaggio finale in acqua depurata con l’aggiunta di un tensioattivo per eliminare qualsiasi possibilità di deposito calcareo sulla pellicola, e dopo l’asciugatura in un ambiente tranquillo e lontano dagli esseri umani, a cominciare dai fotografi che sono i primi a maneggiare la pellicola ancora bagnata – rischiando di graffiarla e di caricarla di polvere – per valutare il lavoro ultimato, ecco che ci aspetta la Camera oscura: il provino, l’analisi dei vari fotogrammi, la scelta di quelli da stampare, la scelta del tipo di carta, il formato, se tagliare o meno una parte dell’immagine, l’esposizione, il tipo di gradazione, le eventuali mascherature e bruciature, i successivi localizzati alleggerimenti con l’indebolitore di Farmer , e prima ancora il tipo di sviluppo e di viraggio – conservativo o meno finale – per passare poi all’asciugatura della stampa e alla scelta del passepartout in cui finalmente fissare per i posteri il nostro INCREDIBILE lavoro.
Dopo questa “ennesima passeggiata” dopo aver remato controccorrente che a confronto i salmoni che risalgono le rapide fanno la stessa fatica di un bagnante che si lascia cadere da un trampolino, mi permetto di osservare, senza alcuna vena polemica, che il VERO PROCEDIMENTO ARGENTICO, oltre a non avere nulla a che vedere con il procedimento digitale, è minato da una quantità di variabili e possibili imprevisti in modo quasi surreale, e che quando, alla fine, una foto “riesce”, anche il più stimato tra i laici non può che gridare: MIRACOLO!
Buona LUCE e buon ARGENTO a tutti !
Gerardo Bonomo