Leica M7 e Ferrania P30: sul campo
Eccoci alla prova sul campo: uno shooting di ritratto davvero ai limiti: in plein air, con una pellicola di bassa sensibilità, non certo l’ideale per un ritratto, e difficile da sviluppare, una fotocamera con messa a fuoco telemetrica, priva quindi del controllo della profondità di campo; una mia personale necessità di lavorare comunque su treppiedi e in bolla. Complesso, molto, e per questo, entusiasmante.
I risultati?
Buona lettura e buona visione a tutti
Gerardo Bonomo
Le prime pubblicità
Se oggi una sensibilità di 80 ISO, sia essa declinata in pellicola che in digitale ci fa quasi sorridere. in quel periodo erano la sensibilità ottimale: si scattava di norma solo in giornate di sole, e alla bisogna si usava il flash, spesso incorporato in alcune delle fotocamere prodotte dalla Ferrania stessa.
Non solo fotografia
Non dimentichiamo che la pellicola fotografica 135 altro non è se non la pellicola cinematografica semplicemente ruotata di 90 gradi. – l’idea fu del PADRE DELLA FOTOGRAFIA, Oskar Barnack e dell’invenzione dei prima LEICA. – LEICA – CAMERA -. Ferrania è da sempre stata la compagna fedele de neorealismo cinematografico di quel periodo e non solo. Registi come Fellini, Pasolini, Vittorio De Sica e Rossellini, solo per citarne alcuni hanno lasciato la maggior parte dei loro capolavori impressi su pellicola cinematografica Ferrania. La maggior parte dei film italiani girati tra il 1923 e il 1965 furono realizzati con pellicola Ferrania.
( nell’immagine un fotogramma dei titoli di testa del film Il conte Max di e con Vittorio De Sica, girato nel 1957 su pellicola Ferrania )
In principio era anche in formato 120
La Ferrania P30 era disponibile sia in formato 120 che 135. Il formato 120 era molto richiesto soprattutto dal pubblico ” della domenica” perchè consentiva stampe a contatto a buon mercato. Erano infatti molte le persone che possedevano una fotocamera in formato 120 piuttosto che 135, naturalmente non parliamo di marchi blasonati come Rolleiflex, ma fotocamere estremamente semplificate e dal costo più che accessibile. Non dubitiamo sul fatto che prossimamente vedrà la luce – o il buio – anche la nuova P30 in formato 120. Nel frattempo accontentiamoci del formato 135.
La Ferrania P30 di oggi
La Ferrania P30 attualmente disponibile è solo in formato 135.
Rispetto alla precedente emulsione di circa quattro anni fa sono stati apportati diverse migliorie. Non dispone, come la pellicola precedente, del codice DX che va quindi settato manualmente sulla fotocamera quando si utilizza il suo esposimetro incorporato. Cliccando QUI potrete trovare tutti i tipi di sviluppi e relativi tempi suggeriti da Ferrania, tranne lo sviluppo da noi utilizzato, con ottimi risultati, ovvero il Rollei Supergrain. Ferrania suggerisce di non utilizzarla in fotocamere dotate di motore di avvolgimento e riavvolgimento: si sono avuti casi di pellicole che con queste fotocamere hanno subito problemi. La pellicola è stesa utilizzando ben 5 gr di argento ogni metro quadro, quindi una pellicola ” succulenta” con, se correttamente sviluppata, una assoluta gamma tonale e la possibilità di incassare decorosamente sovraesposizioni fino a 2 stop.
Lo sviluppo
Lo sviluppo più indicata deve avere una buona riserva di energia ed essere possibilmente di profondità perchè l’emulsione è piuttosto spessa, e questo è uno dei motivi per cui si suggerisce un prebagno in acqua comune di ben 5′ a 22°C per preparare la pellicola a ricevere in modo adeguato lo sviluppo. La temperatura indicata NON va superata perchè se si superano i 24°C con alcuni sviluppi come l’R09 Spezial o il Bellini Hydrofen – quindi gli sviluppi che contengono fenidone – potrebbe aumentare il velo base.
Il Rollei Supergrain – qui fotografato nella sua livrea precedente e in quella attuale, la chimica NON è cambiata – che abbiamo utilizzato – in diluizione 1+12 per 7′,30″ a 20°C è uno sviluppo che lavora in profondità pur mantenendo le caratteristiche di acutanza di uno sviluppo di superficie.
Altri sviluppi consigliabili sono il Kodak D76 ( diluizione 1+3 per 30′ ) e la versione cine D96 ( utilizzato non diluito per 9′ ). Si possono usare anche i corrispondenti Ilford ID11 e Microphen perchè sono entrambi sviluppi di profondità. Va posta particolare attenzione con certi sviluppi , a cominciare dal R09: senza prebagno, se i soggetti hanno una notevole componente di rosso, le immagini tendono a diventare ortocromatiche perchè la quota rossa della luce si deposita sullo strato più profondo della pellicola; facendo il prebagno il problema non si pone. Se si desidera un maggiore contrasto invece l’R09 è raccomandabile alla diluizione 1+25 per 9′, con un breve prebagno, quindi del canonico minuto e non dei cinque minuti raccomandati. La Ferrania P30 ha indubbiamente meno grana delle consorelle come la Fp4 o la RPX 100, è una pellicola intermedia che guarda molto di più alle basse che alle alte sensibilità. Fotografando elementi come acqua o metalli lucidi si nota un rilievo inconsueto che rende la Ferrania P30 indubbiamente una pellicola “positivamente ” a sè stante. Per concludere trovate altre preziose informazioni sul sito www.punto.eu cliccando QUI
ARRESTO, FISSAGGIO, LAVAGGIO, PASSAGGIO IN ACQUA DEPURATA CON IMBIBENTE, ASCIUGATURA
Una volta terminato il particolare prebagno di 5′ a 22°C e in questo caso lo sviluppo con Rollei Supergrain 1+12 a 21°C per 7′, 30″, si passa all’arresto. Ho usato l’Ecostop di Rollei alla canonica diluizione di 1+19 per 1′ e a seguire il fissaggio, sempre di Rollei, l’Ecofix, alla diluizione 1+4 per 5′.
A seguire un sano lavaggio in acqua a 20°C per una decina di minuti e un passaggio finale in acqua depurata ( non demineralizzata ) con l’aggiunta di imbibente per scongiurare le macchie di calcare. Asciugatura al riparo da animali ed umani a temperatura ambiente il momento molto delicato dell’asciugatura, quando NULLA deve depositarsi sull’emulsione ancora umida per evitare che poi polvere o peggio rimanga irreversibilmente inglobata nella pellicola.
Codice DX, batch e data di scadenza
Attualmente la Ferrania P30 è sprovvista di codice DX, inoltre sulla confezione non è dichiarata una data di scadenza ma, a mio parere, un elemento ancora più determinante ed esaustivo: il batch di produzione: qui di seguito la tabella con i batch attualmente disponibili sul mercato.
Va tenuto presente che la pellicola NON conservata in frigo, ha un’aspettativa di vita dichiarata di 36 mesi, che possono come di consueto con le pellicole bianco e nero, quantomeno raddoppiate.
Coat date Batch # 04/07/2019 59 06/08/2019 60 06/08/2019 61-1 06/08/2019 61-2 03/09/2019 62 03/09/2019 63 06/09/2019 64 06/09/2019 65 26/09/2019 66 26/09/2019 67 27/09/2019 68 09/10/2019 69 09/10/2019 70 09/10/2019 71 09/10/2019 72 24/10/2019 73 24/10/2019 74 25/10/2019 75 25/10/2019 76 30/10/2019 77 31/10/2019 78 17/12/2019 81 17/12/2019 82 18/12/2019 83 18/12/2019 84 19/12/2019 85 22/12/2019 86 22/12/2019 87 23/12/2019 88 23/12/2019 89 23/12/2019 90
Gli scatti realizzati con la Leica M7
Nonostante l’apparentemente disprezzato Summarit, o comunque indubbiamente non capito, i risultati dell’accoppiata M7 + Summarit + Ferrania P30 sono stati per me sbalorditivi. le foto che corroborano la parte successiva dell’articolo sono riproduzioni dei negativi, quindi la qualità è indubbiamente superiore rispetto alla riproduzione della stampa, che chiude in modo importante la gamma tonale e riduce a sole 40 linee/mm.
Il Summarit
Ridisegnato di recente, prima era un f/2.4, il Summarit è disponibile nelle focali 35, 50 e 75mm
Costa IMMENSAMENTE meno rispetto ai Summicron e soprattutto ai Summilux ma a normali apertura di lavoro, come f/5,6, i diagrammi MTF di queste tre classi di obiettivi sostanzialmente si sovrappongono. Senza nulla togliere ai più blasonati Summicron e e Summilux – preferirei non parlare del Noctilux. Soprattutto in analogico le ottiche Leica davvero non hanno rivali: la costruzione spesso simmetrica agevolata dalla mancanza del box specchio, i disegni ottici orami diventati proverbiali, la qualità delle lenti, l’assemblaggio, il numero di lamelle del diaframma e i controlli prima di venir immessi sul mercato fanno delle ottiche Leica un must talmente evidente che uno scatto su pellicola realizzato con un’ottica Leica si riconosce al primo sguardo. Diverso, a mio modesto parere, il risultato sul digitale, di nuovo proverbiale, ma qui l’azienda tedesca si scontra con colossi del digitale che riescono a perforrmare ottiche altrettanto sublimi in uno studio combinato tra la costruzione ottica e quella del sensore.- . Qui trovate le caratteristiche tecniche sul Summarit 5cm
Precisione, nient’altro
Previsualizzazione, consapevolezza, estrema attenzione a ogni dettaglio dello scatto, è solo in questo modo che in un’accoppiata complessa come Una Leica e una pellicola con una sensibilità così bassa si può arrivare a un’eccellenza tecnica.
Quindi treppiedi, Manfrotto naturalmente, con testa micrometrica, scatto a filo, livella a bolla, un secondo controllo sull’esposizione utilizzando il canonico Sekonic FlashMate L 308x, un pannello LED Phottix per schiarire leggermente le ombre sul volto, fondali Westcott per isolare, alla bisogna, il soggetto dal contesto dello shooting, e naturalmente un’accuratissima messa a fuoco telemetrica e una scelta più che ragionata sul diaframma d’uso a seconda se c’era la necessità di far intuire anche lo sfondo o cancellarlo completamente.
I risultati
Una eccellente gamma tonale unita a una straordinaria tenuta sia nelle basse che nelle alti luci. La Ferrania P30, sviluppata in modo corretto, rimane una pellicola straordinaria anche per la fotografia di ritratto, nonostante la bassa sensibilità. ma niente paura, sono in arrivo, da Ferrania, sensibilità più elevate e pellicole di dimensioni MOLTO più generose.
I risultati sotto la lente
Come di consueto, usando una diottra che riporta millimetri e decimi di millimetro, ho riprodotto direttamente i negativi utilizzando una Nikon D5600 da 24MP in accoppiata con il AF-S Micro Nikkor 60mm f/2.8G ED, un obiettivo macro full frame di ultima generazione che utilizzato insieme a un sensore APS restituisce una dovizia di dettagli senza pari. Le riproduzioni parlando da sole: la grana pressochè assente, una risoluzione davvero notevole se pensiamo che il fotogramma nativo è un microscopico 24x36mm, che va a dimostrare sia la bontà del Summarit che della Ferrania P30 e del particolare sviluppo con lungo prebagno a cui è stata sottoposta,
CONCLUSIONI
Della Ferrania P30 avevo già parlato i due altri miei articoli, troverete al termine del paragrafo i link.
Io riconfermo la mia convinzione che ci troviamo davanti a un’emulsione assolutamente eccellente, la cui unica pecca, per determinati generi fotografici è la bassa sensibilità, pecca che come ho già accennato verrà appianata a breve con l’introduzione di due nuove sensibilità, 160 e 320 ISO, esattamente come era nel catalogo Ferrania degli anni ’60.
Sempre a breve la Ferrania P30 uscirà in formato 120 e questa sarà cosa graditissima per tutti coloro che, giustamente, scattano in medio formato. L’incredibile gamma tonale, la perfetta definizione, unita a un formato del 350% superiore al 24x36mm porterà a ben altri orizzonti.
In ultimo ho voluto dimostrare che anche con una pellicola a bassa sensibilità, e senza l’ausilio del flash, in esterni, usando la luce naturale – e l’aggiunta di un pannello LED giusto per schiarire le ombre e dare vita agli occhi, usando naturalmente il treppiedi, si possono ottenere ritratti eccellenti, da un punto di vista tecnica.
Il prossimo articolo su questa prestigiosa pellicola, Made in Italia ( come era solito serigrafare il sig. Manfrotto sui suoi primi prodotti ) sarà o sulla P30 in formato 120 o sull’attesissima P33 da 160 ISO, innanzitutto in formato 135.
nel frattempo mi permetto di ricordare che oltre a offrirvi con immenso piacere questi articoli e questi video, continuo la mia attività di “docente” di fotografia argentica: corsi one to one, innanzitutto, 100% pratica, 0% teoria. trovate tutti i riferimenti per contattarmi in questo sito.
Buona luce e buon Made in Italia a tutti.
Gerardo Bonomo
Ringrazio Foto Ottica Cavour Milano per aver messo a disposizione la Leica M7 utilizzata per questo articolo.