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Si può fotografare con fotocamere entry level ?

Parlando naturalmente e come sempre di fotocamere a pellicola, esistono sul mercato, o nascoste nei cassetti di qualche scrivania di casa, centinaia di differenti modelli. Conosciamo tutti i marchi blasonati e che di recente hanno avuto un notevole aumento di prezzo, ma ci sono al contempo sia fotocamere entry level, semplici, completamente meccaniche, che modelli desueti, che non sono mai entrati nel panel delle fotocamere desiderate.

Oggi vi parlerò di una mia esperienza, durante un corso one to one, con una Minolta degli anni 70: basta scorrere gli elenchi dell’usato dei negozi di fotografia per accorgersi che Minolta non è certo tra i marchi più blasonati. Perchè sono scadenti? No. semplicemente perchè non fanno parte del nostro immaginario collettivo fotografico. Eppure, e ve lo dimostrerò, da una semplice Minolta, usata con criterio e insieme a un’eccellente pellicola sviluppata alla perfezione, si possono ottenere risultati che poco o nulla hanno a che vedere come differenza di qualità con i marchi più blasonati.

troverete delle immagini d’esempio; quelle inserite nel testo posso essere ingrandite fino alla reale grandezza originale.

Buona lettura

Gerardo Bonomo

Fotocamere blasonate Ho voluto prendere ad esempio alcune delle fotocamere attualmente più blasonate, una Leica M6 in rappresentanza del formato 24x36mm,  una Rolleiflex e un’Hasselblad per il medio formato 6x6. Sono macchine e brand a dir poco epocali, che hanno segnato la storia della fotografia del 900. Oggi i prezzi di questi brand sono molto lievitati, e al contempo restituiscono una qualità forse impareggiabile. Ma è davvero obbligatorio cominciare il proprio percorso su pellicola bianco e nero spendendo migliaia di Euro per il solo acquisto della fotocamera?
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Fotocamere blasonate

Ho voluto prendere ad esempio alcune delle fotocamere attualmente più blasonate, una Leica M6 in rappresentanza del formato 24x36mm,  una Rolleiflex e un’Hasselblad per il medio formato 6×6.

Sono macchine e brand a dir poco epocali, che hanno segnato la storia della fotografia del 900. Oggi i prezzi di questi brand sono molto lievitati, e al contempo restituiscono una qualità forse impareggiabile. Ma è davvero obbligatorio cominciare il proprio percorso su pellicola bianco e nero spendendo migliaia di Euro per il solo acquisto della fotocamera?

Fotocamere “entry level”

Ho voluto prendere a esempio fotocamere che possiamo considerare entry level, ma non nei risultati, e che non hanno subito brusche e recenti impennate di prezzi

La Yashica FX3 Super 2000, in grado tra l’altro di montare anche le ottiche Zeiss, La Olympus OM 1, dotata di ottiche proverbiali, e naturalmente la nostra Minolta. la lista potrebbe continuare con Pentax, con le reflex Canon entry level come la AE1 o con le Nikon Entry level, Come la EM, ma ci fermiamo qui.

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46 Leica CL 1080

Minolta, un pò di storia

Minolta fu un’azienda giapponese di elettronica di consumo e d’ufficio. Era specializzata in apparecchi di riproduzione ( fotocopiatrici, telefax, stampanti laser, digitalizzatori d’immagine e ottici, macchine fotografiche e relativi accessori – gli esposimetri Minolta sono ancora oggi tra i più blasonati a livello mondiale – oltre che binocoli.

Fondata a Osaka nel 1928, nel 1933 produsse i primi apparecchi con il suo marchio ed esistette come realtà indipendente fino al 2003, anno di fusione con Konica a formare Konica Minolta che tuttavia chiuse le proprie attività nel settore fotografico il 19 gennaio 2006 con contestuale cessione a Sony delle proprie linee produttive.

Il nome Minolta sopravvive nei prodotti a marchio Konica Minolta nel ramo business e naturalmente nel ramo della fotografia.Le fotocamere e gli esposimetri Minolta sono ancora usati oggi, la qualità delle ottiche è eccellete, i corpi macchina molto robusti, gli esposimetri esterni più che professionali e i prezzi – mi riferisco ai corpi macchina – più che entry level.

Gusto per citare due elementi, nel 1962 nacque la “SR-7”, una SLR dotata del primo esposimetro incorporato al mondo. Nello stesso anno una fotocamera compatta 35 mm, la “HI-MATIC”, venne scelta per il programma spaziale “Friendship 7” dalla NASA.

Non dimentichiamo la collaborazione tra Minolta e Leica – La M5 monta un esposimetro Minolta e la Leica CL, di nuovo una partnership con Minolta, ma non solo nella realizzazione dell’esposimetro incorporato, ma nella realizzazione del corpo macchina – gli obiettivi erano prodotti da Leica. mentre la Leica CL è una fotocamera  meccanica compatta a telemetro con innesto ottiche M Leica, la Minolta CLE aggiunge anche la priorità di diaframmi, rendendola addirittura più versatile della stessa Leica CL. Minolta produce con attacco M anche delle ottiche specifiche. Se da un lato è vero che la Leica CL lavora anche senza batteria, la Minolta CLE offre anche l’utilissima priorità di diaframmi. Il problema ( ? ) è che non dispone di tempi meccanici. Anche per il brand più blasonato, la Leica CL è preferita alla Minolta, benchè entrambi i corpi siano prodotti da Minolta e che la Minola CLE dispone anche della priorità di diaframmi. Il mondo è bello perchè vario….

Minolta SRT 100X

La Minolta SRT 100X (o SRT 200 negli Stati Uniti e in Canada) è stata l’ultima fotocamera della serie SRT di Minolta: corpo robusto con misurazione esposimetrica TTL Fu presentata nel 1977, e derivava dal Minolta SRT 100, con velocità aggiuntiva 1/1000 sec. e una slitta a contatto caldo come nuove funzionalità. Una variante del 1979 aveva un esposimetro a cella singola più semplice invece del misuratore CLC della serie SRT. Il pulsante di accensione – le batteri sovraintendono solo al funzionamento dell’esposimetro è posto in modo inusuale sul fondello, questo anche per rendere la macchina più asciutta e slanciata. Non dispone di autoscatto, Il sistema di caricamento pellicola è agevolato, pur non essendo semiautomatico. Sulla parte superiore è presente la ghiera dei tempi e la regolazione degli ISO. Dispone di pulsante controllo profondità di campo e di attacco filettato per scatto remoto sul pulsante di scatto, Nel mirino facendo combaciare un ago all’intero di un cerchio si ottiene la giusta accoppiata tempo/diaframma. Una macchina spartana, quindi, ma a cui non manca nulla. L’obiettivo che ho usato è stato un Minolta MA Rokkor 45mm f/!:2. Driva da un’altra Minolta altrettanto robusta, la SRT100

Rollei RETRO 80S

Durante il corso one to one ho privilegiato una pellicola a bassa sensibilità ma di elevata risoluzione, nonchè gamma tonale: la ROLLEI RETRO 80S. Disponibile sia in formato 135 che 120 questa pellicola è innanzitutto stesa su base PET, quindi alta stabilità dimensionale, estremamente trasparente nelle zone non annerite, e in grado di asciugare in un locale a 20°C in meno di venti minuti. La risoluzione arriva a ben 180 lp/mm e la sensibilità spettrale arriva fino a 750nm, questo significa che è una pellicola estremamente sensibile alla radiazione rossa e, usata con il filtro rosso 25A, non ha quasi bisogno di aumentare l’esposizione, se non di circa 1 stop. Schiarisce, senza filtro gli oggetti rossi e abbatte il velo atmosferico anche senza filtro.

Cliccate QUI per scaricare il datasheet della pellicola

Il comportamento della Rollei Retro 80S con i filtri

Grazie alla sua sensibilità spettrale che si estende oltre i 750nm la Rollei RETRO 80S è in grado di schiarire gli oggetti rossi, scurire il cielo sereno e abbattere il pulviscolo atmosferico senza filtri.

Usando i filtri tradizionali queste prerogative aumentano.

Usando il filtro rosso 25A si ottiene lo scurimento massimo del cielo sereno, l’abbattimento totale del pulviscolo atmosferico e lo schiarimento della vegetazione caduca, ottenendo un effetto simile alla Rollei Infrared ma con il vantaggio degli 80 ISO ovvero della risoluzione a 180 lp/mm a confronto della risoluzione a 160 lp/mm e una grana più marcata.

La cosa straordinaria che ho testato durante il corso è che usando il filtro rosso 25a che di norma richiede una sovraesposizione di 2/3 stop rispetto a quanto suggerito dall’esposimetro, con la Rollei RETRO 80S è appena necessario sovraesporre di mezzo o al massimo di 1 stop per ottenere un’immagine para infrarossa.

 

Treppiedi, scatto a filo, esposimetro

La bassa sensibilità, ma non solo, la necessità di fare bracketing senza spostare l’inquadratura necessitano a mio parere del treppiedi; qui la mia accoppiata vincente, un Manfrotto 190 GO con la testa micrometrica Manfrotto X-PRO-Geared-Head

Lo scatto a filo è determinante per evitare di muovere la fotocamera, pur su treppiedi, durante lo scatto.

L’esposimetro esterno, il mio sempriterno Sekonic Flashmate L 308X è stato necessario per un controllo migliore della luce in modalità incidente.

Leggero, robusto, tascabile, lavora con una singola batteria stilo AA da 1,5V. Misura sia in luce riflessa che, con la lumisfera a corredo -opzionale il Lumidisc piatto – , in luce incidente; Può lavorare in priorità di tempi, di diaframmi, in EV ed è in grado di misurare la luce flash, sia in modalità wireless che collegato al cavetto del flash.

Recente evoluzione della famiglia di esposimetri 308, cavallo di battaglia Sekonic per oltre 25 anni, il nuovo esposimetro L-308X Flashmate racchiude le funzioni di L-308S ed L-308DC in un unico strumento di misurazione dal design compatto, leggero e tascabile.
L308X offre tutte le funzioni di misurazione dell’esposizione richieste dagli operatori foto, cine e video: è infatti in grado di misurare luce ambiente, luce flash, frame rate, angolo di otturazione e Lux/fc.
L’uso intuitivo, l’eccellente rapporto qualità/prezzo ed i numerosi campi d’applicazione lo rendono l’esposimetro versatile per eccellenza. Non deve mancare nel corredo di qualsiasi fotografo, che lavori su pellicola o in digitale!

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Lo sviluppo

Ho usato, come di consueto, il Bellini Hydrofen ( disponibile sia in flacone da 250ml che da 100ml ) alla diluizione 1+31 per 9’, primo minuto rotazione continua poi un rovesciamento ogni 30”. Allo sviluppo è stato fatto precedere un prebagbo in acqua del rubinetto a 20°C per 1’. Dopo lo sviluppo arresto in Maco Rollei RCS Citrostop 1+19 per 1’ e fissaggio in Maco Rollei RXN FIX NEUTRAL 1+4 per 6’. A seguire lavaggio e poi passaggio in standing per 2’ in acqua distillata da farmacia. Ai 300ml di acqua distillata occorrenti per la tank Paterson sono stati aggiunti 1,5ml di AGFA WAC. La pellicola, grazie alla base in PET, si è asciugata perfettamente in 20’ senza lasciare alcuna traccia di calcare sulla parte lucida della pellicola.

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10 fm3a articolo attacco ai della Nikon FM3A1080
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Sul campo, con e senza filtro

La giornata era serena, ma il cielo non era certo di un blu cobalto, ecco in sequenza lo scatto senza filtro, a f/8 125/s e a f/8 1/60s con filtro rosso. La differenza è abissale, non solo per lo scurimento del cielo, ma anche per il fatto che i primi butti primaverile dei salici, indistinguibili in modalità pancromatica, con il filtro rosso si sono rilevati aumentando quasi del doppia la grandezza della chioma dell’albero.

Qui potete aprire le due immagini alla risoluzione nativa

Scatto realizzato senza filtro a f/8 1/125 sec.

Scatto realizzato a f/8 1/60 sec. con filtro rosso 25A

10 fm3a articolo attacco ai della Nikon FM3A1080
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Trucchetto

La vegetazione era riarsa dal gelo ma è bastato vaporizzare dell’acqua per ridarle vita.

Qui di seguito i due scatti originali

L’immagine a pieno formato

E il dettaglio dell’immagine precedente. mantenendo la fotocamera controsole e schermando la lente frontale, le gocce d’acqua hanno acquisito una grande tridimensionalità

10 fm3a articolo attacco ai della Nikon FM3A1080
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Basta spostarsi di lato

Grazie al Treppiedi è possibile controllare l’inquadratura in modo consapevole e micrometrico; abbiamo quindi deciso di realizzare un secondo scatto, abbassando il treppiedi, e inquadrando la foglia di infilata.

Qui di seguito lo scatto e il suo dettaglio alla risoluzione nativa

 

Lo stesso soggetto dell’immagine precedente ma inquadrato di lato e dal basso

E il dettaglio dell’immagine precedente. la focheggiatura è stata effettuata sulle gocce d’acqua a f/4, poca profondità di campo, evidente e consapevole sfocatura del primo piano

10 fm3a articolo attacco ai della Nikon FM3A1080
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Nandine

La Nandina domestica

E’un arbusto sempreverde originario dell’Asia, molto rustico, ben adattato al clima italiano, ed europeo in genere. Da un robusto apparato radicale vengono prodotti sottili fusti legnosi, che all’apice portano ampi cespi di grandi foglie pennate, costituite da sottili foglioline lanceolate, di colore verde scuro, e dalla consistenza rigida e abbastanza coriacea; in genere le piante producono più fusti vicini, in modo da dare origine ad un arbusto tondeggiante, molto denso e compatto. In primavera all’apice dei fusti sbocciano piccoli fiori candidi, riuniti in lunghe pannocchie, spesso arcuate. In estate ed autunno i fiori lasciano il posto a numerose piccole bacche di colore rosso vivo, che rimangono sulla pianta fino alla primavera successiva. Un arbusto adulto di nandina domestica può raggiungere i 150-180 cm di altezza.

I giovani germogli sono in genere rossastri, durante l’inverno tendono a divenire completamente rossi; esistono moltissime varietà ibride o cultivar di nandina, alcune hanno portamento particolarmente compatto, non superando i 35-40 cm di altezza, altre hanno il fogliame costantemente rosso o aranciato.

Sono piante molto adatte ad essere coltivate come esemplari singoli, o in siepi colorate; le varietà nane si utilizzano anche nelle bordure o nel bordo misto.

Fotografando senza filtro sia i rametti che le bacche si sono ampiamente schiarite, e ugualmente le foglie, che a gennaio sono di un verde scurissimo. Questa è la dimostrazione plateale dello spostamento verso i 750 nm della ROLLEI RETRO 80S. Inutile dire che le goccioline d’acqua sono posticce. Anche in questo scatto si è lavorato in controluce, per dare più vita alle gocce d’acqua, schermando naturalmente la lente frontale della Minolta con un foglio di polistirolo.

Qui di seguito le due immagini alla risoluzione nativa

Lo scatto integrale

E il dettaglio, dove è evidente lo schiarimento tanto delle bacche che delle foglie. La minima distanza di messa a fuoco a soli 70cm del Rokkor 45mm e la mancanza di una lente addizionale, non ha permesso di avvicinarsi oltremodo al soggetto per magnificare sia le bacche che le gocce d’acqua sospese.

 

 

10 fm3a articolo attacco ai della Nikon FM3A1080
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Quando la luce abbacina

Julia ha gli occhi chiari e non sopporta neppure la luce proveniente da un cielo sereno. Da qui la scelta di fotografarla ad occhi chiusi, per evitare fastidi a lei e poco fotogeniche smorfie. La foro è stata scattata a mano libera a f/5,6 con un rassicurante 1/250 di sec.

Julia si è posizionata in modo che l’ombra del fotografo che la sormontava non venisse evidenziata.

Qui di seguito l’immagine integrale e il dettaglio alla risoluzione nativa

L’immagine integrale

 

E il dettaglio, si percepisce una qualità eccellente sia guardando la separazione dei capelli che i pearcing all’orecchio.

 

 

10 fm3a articolo attacco ai della Nikon FM3A1080
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T.A.: Tutta apertura

Uno scatto  a tutta apertura, ovvero f/2; il fuoco è stato fatto su Julia. La lampada a petrolio piuttosto vicina all’obiettivo è risultata oltremodo sfuocata dando una sensazione di maggiore sharpening al volto di Julia. Interessante notare i riflessi bianchi negli di Julia, che voltava le spalle al sole, ma il cui volto e i cui occhi erano illuminati da un pannello di polistirolo; questo ha permesso di addolcire completamente le ombre del volte rendendo il volto ancora più luminoso.

La luce proveniente dalle spalle ha reso più tridimensionali i capelli e retroilluminato il vetro della lampada.

Qui di seguito gli scatti alla risoluzione nativa

Lo scatto integrale

 

e il dettaglio dove si evidenzia il netto stacco tra la perfetta focheggiatura del soggetto e la sfocatura della lampada in primo piano

10 fm3a articolo attacco ai della Nikon FM3A1080
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Fotografare i soggetti in ombra

la legnaia, completamente oscurata dal sole, ha permesso da un lato a Julia di mantenere un’espressione naturale ammorbidendo al contempo il viso. Un pannello di polistirolo colpito dal sole fuori dalla legnaia ha illuminato e dato vita agli occhi di Julia.

Qui di seguito gli scatti alla risoluzione nativa

Lo scatto integrale; l’ascia piantata nel legno fa da contrasto al soggetto

 

e il dettaglio dello scatto precedente

 

 

 

10 fm3a articolo attacco ai della Nikon FM3A1080
 

Lorenzo, l’allievo

Lorenzo ha 23 anni, fresco di laurea e fresco di fotografia. Armato della sua Minolta e di un solo obiettivo ad oggi ha realizzato meno di dieci rulli, per lo più a colori. Questo è il suo vero primo rullo in bianco e nero, credo abbia ancora adesso il collo caldo, da tanto gli ho fiatato sul collo in ogni momento del corso. Oggi Lorenzo ha preso consapevolezza del concetto di bianco e nero, dello studio del soggetto, dell’inquadratura e della luce. Al suo corredo minimalista ho aggiunto i suggerimenti più minimalisti possibili, perchè con poco e con sapienza è possibile fare molto. Oggi Lorenzo sa sviluppare – forse deve ancora allenarsi a imparare a caricare la pellicola netta tank, ma ha chiara la procedura. Gli manca il 50% della consapevolezza, ovvero la stampa sotto l’ingranditore, ma per stampare bisogna prima imparare a scattare. ha capito il senso dello scatto su treppiedi, dell’uso dell’esposimetro esterno, dei filtri, del braketing, delle differenze tra le varie pellicole  dei vari sviluppi, dell’uso di oggetti minimalisti come un pezzo di polistirolo bianco per ammorbidire le ombre e dare vita agli occhi del soggetto. Ha capito che non sempre ha senso avere il sole alle spalle, insomma, è sulla buona strada. Convinto di avere una macchina perfettamente funzionante si è accorto a sviluppo terminato che le guarnizioni del dorso sono da cambiare, e infatti qualche fotogramma è risultato leggermente sfiammato. Ha la testa piena di dictat che dovrà imparare a mettere in fila. Tutti gli scatti, eccezion fatta per quello a Lorenzo e quello a Julia con la lampada sono stati realizzati da Lorenzo, che mi pare, davvero, sulla buona strada. Non comprerà una fotocamera più bella ma inizierà ad acquistare un treppiedi, Manfrotto, naturalmente, i filtri per il bianco e nero, uno scatto a filo e un pezzo di polistirolo. Forza e onore, giovane Lorenzo!

Un bel contrasto tra il volto del soggetto illuminato dall’immancabile polistirolo di contro alla felpa rimasta scura e il gioco di piani sfocati e con un’interessante gamma tonale della legnaia sulla sinistra. Nonostante io abbia usato treppiedi e scatto a filo, ho impostato come tempo 1/30 di secondo, sufficiente perchè Loenzo si muovesse leggermente. Si sbaglia, anche a 64 anni ( quasi compiuti )

 

Conclusioni

O quid solutis est beatius curis,

cum mens onus reponit, ac peregrino

labore fessi venimus larem ad nostrum,

desideratoque acquiescimus lecto?

Oh cosa rende più beati,

che trovarsi spogli dalle preoccupazioni, quando l’anima

mette da parte il peso stanco del viaggio,

e ritorna a casa propria, e riposa

nel letto, tanto desiderato?

Questo lavoro termina qui. Sono molto soddisfatto sia del corso fatto insieme a Lorenzo – e julia – che dei risultati. Orpellato di Nikon FM3A, Rolleiflex, Leica e compagnia bella, non avrei mai puntato un cent su una riuscita anche tecnica così da manuale di una Minolta che si avvicina ai cinquant’anni di onorata servizio ( Lorenzo, cambia le guarnizioni )

Mi scuso con i possessori di Minolta per non averla mai presa in considerazione ma oggi, che ho visto sia il buon funzionamento della fotocamera che l’eccellenza del Rokkor mi sono ampiamente ricreduto e consiglio a occhi chiusi ( ma quando mai io tengo gli occhi chiusi? ) una fotocamera come la Minolta, e relativi obiettivi, per chi vuole cominciare da zero e ha un budget composto da un’unità e uno zero.

Un plauso alla Rollei RETRO 80S che già conoscevo ma che ha dimostrato risultati eccellenti, Autarchico sostenitore della Ferrania P 30, a parità di ISO, in attesa che torni la P30, farò man bassa di Rollei Retro 80S.

Non avete visto il making off di un mio corso one to one ma avete partecipato ai risultati

Io qua sto

Vi ringrazio del vostro tempo

Buona luce – e buona oscurità ( nella darkroom.. )

Gerardo Bonomo

Alla prossima, quindi, e vi ringrazio per il vostro tempo e la vostra attenzione

Il vostro affezionatissimo, iridescente, senescente, e soprattutto, monopolicromatico, Gerardo Bonomo

 

I miei video e i miei articoli sono accessibile a tutti e gratuitamente.

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( vi ricordo i miei corsi sulla fotografia bianco e nero, dalla ripresa alla stampa, sia one to one che via Skype. Contattatemi: gerardobonomo@gmail.com, Cell.: 3356619215 )

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