Konica Hexar RF o Leica M?
in questo articolo e in questo video vi presento la Konica Hexar, una fotocamera degli anni 90 con innesto ottiche Leica M.
Buona lettura e buona visione
Leica
E’ un dato di fatto che Leica nel 1913, da un progetto di Oskar Barnack partendo dalla pellicola 35mm a doppia perforazione inventò il formato 24x36mm.
Formato che ancora oggi è utilizzato sulle fotocamere digitali full frame.
Sono passati oltre 100 anni da quel giorno, il formato rimane uno standard, Leica continua a rimanere un mito indiscusso.
La storia di Leica in breve
Leica nacque con un sistema di attacco obiettivi intercambiabili a vite, passando nel 1950 all’attacco a baionetta Leica M. Questo parlando delle fotocamere a pellicola.
Leica nel 2008 presentò la Leica M8 che utilizza un sensore APS-H da oltre 10mp
L’anno successivo venne presentata la Leica M9, con sensore 24x36mm: finalmente le focali montate corrispondevano a quelle reali e non venivano “croppate”.
Gli anni passano, Leica oltre ai modelli digitali continua a produrre un modello a pellicola, la Leica MP, e possiamo dire che ad oggi, se non altro nel piccolo formato, Leica è l’unica azienda che produce ancora macchine a pellicola sofisticate.
La tecnica di Leica in breve
Leica, parlando delle fotocamere a pellicola, ha sempre prodotti modelli con mirino galileiano e messa a fuoco telemetrica, in più rigorosamente meccaniche, senza la più vaga traccia di elettronica.
La prima traccia elettronica è del 1971, con la Leica M5, con tendina completamente meccanica ma esposimetro alimentato a batterie
Nel 1984 viene presentata la Leica M6, di nuovo una macchina in grado di lavorare senza l’ausilio di batterie che alimentano esclusivamente un sofisticato esposimetro interno.
Ad oggi la M6 è forse la macchina più ricercata, proprio per il fatto che a batterie scariche funziona comunque su tutti i tempi. Ma anche la prima Leica a baionetta la M3, del 1954 e a seguire la M4 sono molto ambite dai fotografi
L’elettronica
Nel 2002 Leica presenta la M7, una fotocamera con solo due tempi meccanici, 1/60 e 1/125 di secondo. Può lavorare anche il priorità di diaframmi fino a raggiungere la posa di 30 secondi – a seguire la posa B –
La Leica M7 non è stata granchè digerita dai fotografi, proprio per il fatto che qui l’elettronica la da da padrona. Il fatto di poter lavorare a priorità di diaframmi, che significa: inquadrare, focheggiare, scegliere un diaframma e lasciare che sia la macchina a stabilire il tempo di posa, rendendo relativamente più immediato lo scatto, non ha mai convinto appieno i leicisti
I falsi
Specie tra le Leica a vite i falsi non si contano, anche se un occhio esperto, aiutato o meno dal numero di matricola, smaschera facilmente i falsi. ma non ci sono solo i falsi: soprattutto complice l’attacco a baionetta M sono state diverse le fotocamere ufficiali non Leica con tale attacco
I primi connubi con altri brand: Leica CL
Leica, nel 1973, in collaborazione con Minolta, presenta la Leica CL, più compatta delle altre sorelle M e a un prezzo più accessibile, viene anche dotata di obiettivi Minolta Rokkor, di nuovo più economici ma non per questo meno validi dei modelli originali Leica
Minolta CLE
Nel 1980 Minolta presenta la CLE che si ispira alla Leica CL. E’ la prima fotocamera non marcata Leica a disporre dell’attacco ottiche Leica M aggiungendovi la priorità di diaframmi, e l’impossibilità di scattare a batterie scariche, ma con tempi di posa sulla carta che arrivano a 1/2 mentre in realtà, in priorità di diaframmi, si arriva a ben 5 secondi di posa.
A differenza della Leica M7, la Minolta CLE è più desiderata, più accettata, pur non avendo neppure un tempo di scatto meccanico
Zeiss Ikon
Nel 2005 Zeiss presenta la Zeiss Ikon, di nuovo una macchina con attacco a baionetta M, Dotata di priorità di diaframmi, è in grado di scattare sa 8 secondi a 1/2000 in priorità di diaframmi e sa 1 secondo a 1/2000 in manuale. In pratica funziona anche senza batterie, esattamente come la Nikon FM3 presentata nel 2001. Anche se si tratta di una macchina geniale, l’unica macchina con baionetta M a lavorare anche senza batteri su tutti i tempi, il successo non è immenso
Voigtländer
Nel 1999 Voigtländer che era già stata assorbita da Cosina, presenta la Bessa L, una fotocamera a telemetro completamente meccanica con attacco obiettivi Leica M 39.
Nel 2000 introduce la Bessa R, sempre a telemetro, sempre completamente meccanica ma con attacco ottiche Leica M
Nel 2004 viene introdotta la Bessa R3A che aggiunge la priorità di diaframmi ma non è in grado di funzionare senza batterie su nessun tempo di scatto
Le ottiche Voigtländer e Zeiss con attacco M
Ancora oggi c’è un fiorente mercato di ottiche, specie Voigtländer con attacco M, molto apprezzate dai fotografi – edattamente come le ottiche Zeiss con attacco M – e chiaramente, con prezzi differenti rispetto alle ottiche Leica originali
Ma su questo tornemo alla fine dell’articolo
Breve storia di Konica
Rokusaburo Sugiura inizia a vendere materiali fotografici e litografici presso Konishiya Rokubeiten a Kojimachi, Tokyo (l’inizio di Konica Corporation)
Konishiya, che iniziò come commerciante di riso, era un importante stabilimento commerciale a Tokyo. Rokusaburo Sugiura, che in seguito fu ribattezzato Rokuemon Sugiura VI, si fece fotografare in uno studio fotografico quando aveva venticinque anni. Questa esperienza lo impressionò molto e lo spinse a iniziare a vendere materiale fotografico. Successivamente, lasciò l’attività di famiglia e aprì il suo negozio, Konishi Honten, a Nihonbashi, Tokyo, per occuparsi di materiale fotografico e medicinali.
Konica nasce in Giappone nel 1873, prima di Nikon e Canon.
Leitz era già nata, nel 1846, iniziando a produrre microscopi, in concomitanza con Zeiss, di nuovo una azienda che iniziò producendo microscopi
Konica presentò la sua prima fotocamera nel 1903, prima di Nikn, Canon, leica, Zeiss, giusto per citare qualche nome. Nel 1940 presentò la pellicola negativa colore Sakura, la prima pellicola colore prodotta in Giappone
Nel 1962 lavorò a quattro mani con Minolta per produrre la fotocamera della Friendship 7
Nel 1977 presentò la prima compatta autofocus
Continuò a produrre fotocamere e non solo insieme a Minolta fondendosi con Minolta nel 2003.
Nel 2006 Sony assorbì la divisione fotografica di Konica Minolta
L’ultima fotocamera prodotta fu proprio la Konica Hexar, denominata RF nel modello a telemetro con messa a fuoco manuale e AF nel modello Autofocus. Entrambi i modelli montano l’attacco a baionetta M Leica.
Konica Hexar AF e RF
Pensare a una fotocamera completamente elettronica, sia la RF che la AF – dove l’elettronica sovraintende anche alla messa a fuoco, senza un solo tempo di scatto meccanico, e per di più con il trascinamento, l’armamento e il riavvolgimento completamente elettrici può lasciare interdetti.
Ma è un dato di fatto che oggi l’elettronica è dovunque, smartphone, Smart TV, automobili, comunicazioni, e naturalmente fotocamere digitali.
Ma allora perchè le persone sono spesso così restie di fronte alle fotocamere a pellicola che montano dell’elettronica?
Indubbiamente l’aspettativa di vita di una Rolleiflex o di una Leica M – 7 escusa – è elevato. Sono molti i laboratori in grado di effettuare riparazioni e rifare di sana pianta pezzi mancanti al tornio o con la stampa 3D.
Io confesso che non ho paura delle fotocamere a pellicole elettroniche. Il giorno che l’avaria non fosse riparabili non si piange sul latte versato perchè lo si allunga e lo si sala….
Nacque prima il modello AF e successivamente il modello RF
La Konica Hexar AF
La Konica Hexar AF è una fotocamera autofocus con obiettivo fisso da 35 mm e lunghezza focale fissa prodotta negli anni ’90. È stata introdotta sul mercato nel 1993. Sebbene sia stata progettata come una fotocamera a telemetro e destinata a uno stile fotografico simile, nelle specifiche è più simile a una fotocamera “inquadra e scatta” più grande.
La Konica Hexar AF gode di una sorta di “status” tra gli appassionati di fotocamere a pellicola grazie alla qualità del suo obiettivo, all’ergonomia in stile telemetro e alle modalità operative interessanti e utili (in particolare la sua “modalità silenziosa” che può essere attivata dall’utente, che annulla sia il rumore dell’autofocus che del trascinamento). Il sistema AF può essere selezionato per rendere il fuoco compatibile con le pellicole infrarosso di Kodak e Konica.
La Konica Hexar RF
Qui le cose cambiano, soprattutto il fatto che viene montato un atttacco a baionetta M Leica, dando così la possibilità di montare le ottiche Leica M oltre alle ottiche Konica proprietarie.
Il telemetro rallenta sicuramente il point and shoot ma lo rende simile, se non uguale a Leica
Tra le raffinatezze uniche, basandosi su un caricamento facilitato e soprattutto un avanzamento e un ravvolgimento elettrico, Quando viene raggiunta la fine della pellicola(o viene premuto il pulsante di riavvolgimento manuale), la pellicola viene riavvolta rullino, con una breve pausa per consentire la rimozione della pellicola con la “linguetta non ancora riavvolta, rendendo più veloce l’inserimento nella tank. Trascorsi quei pochi secondi, sufficienti ad aprire il dorso della macchina ed estrarre la pellicola con la linguetta ancora al di fuori del rullino, la linguetta viene completamente riavvolta nel rullino.
Di fatto il modello RF, con il suo telemetro, le cornicette delimitatrici di formato e soprattutto l’attacco Leica M non ebbe il medesimo successo del modello AF. Infatti le RF oggi sono rarissime e il prezzo di mercato di conseguenza.
La prova sul campo
Ho abbinato la Konica a uno splendido Summilux 35mm f/1.4 asferico, un’ottica molto difficile da focheggiare col telemetro a brevi distanze e ho usato la Rollei RPX 400 per poter lavorare a mano libera, anche se aborro lavorare senza treppiedi e alle alte sensibilità.
La RPX400 è stata sviluppata in Bellini Hydrofen alla diluizione 1+31 per 10 minuti.
Ho introdotto un nuovo sistema di fissaggio, pur usando sempre il Maco Ecofix alla diluizione 1+4 per 5 minuti, ovvero il fissaggio in standing. Da prove effettuate sembra che il fissaggio in standing non aggredisca le zone chiare dell’immagine, salvando in questo modo parzialmente le ombre permettendo una migliore lettura dei dettagli.
Gli scatti sono stati realizzati sia a t.a, f/1.4 che al massimo a f/5.6.
E’ stato utilizzato il sistema esposimetrico integrato nella Konica Hexar, che come per la Leica M6 ha una fotocellula che punta verso la tendina; qui anzichè il bollo bianco su fondo nero, le tendine sono grigie; sta di fatto che il risultato è stato come di una misurazione TTL ma in luce incidente.
Il summilux 35mm f/1.4 ASF ha dimostrato un prevedibile bokeh formidabile, con un’ottima nitidezza nelle zone a fuoco anche a tutta apertura. Chiudendo solo di due stop la qualità triplica.
Le foto successive: cliccando due volte potrete osservare ciascuna immagine alla risoluzione originale. E’ consigliabile farlo da computer o tablet, non da smartphone
Conclusioni
Nonostante gli indubbi vantaggi della Konica Hexar, i 16 secondi di posa, il trascinamento e riarmo elettrico, oltre ala possibilità di montare le ottiche M, il “sapore” di una Leica M non è confrontabile con nulla, pur a parità di caratteristiche tecniche – non è questo il caso – di una fotocamera che monta comunque la baionetta M.
Leica è Leica. Punto. Poi ci sono delle fotocamere estremamente se non più virtuose, ma non sono Leica.
Se le ottiche Voigtländer attacco M o Zeiss attacco M hanno prezzi inferiori rispetto alle ottiche Leica, e donano una qualità di tutto rispetto, parlando del corpo macchina Konica Hexar RF i prezzi che ho visto di recente sono decisamente alti, non pari a una Leica M6 ma ci si avvicinano.
la scelta del differente corpo macchina quindi, non deve partire da una ricerca di risparmio economico ma di un innamoramento verso il prodotto.
E della Konica Hexar RF, credetemi, ci si innamora.
Iridescenti cordialità e alla prossima
Gerardo Bonomo
( Ringrazio Guido Amato della settesettephotography, autore sia del video che degli scatti che corroborano questo articolo
I miei video e i miei articoli sono accessibile a tutti e gratuitamente.
Se volete fare una donazione utilizzando PayPal, il mio indirizzo è gerardobonomo@gmail.com . Specificate DONAZIONE e il vostro indirizzo mail per permettermi di ringraziarvi.
( vi ricordo i miei corsi sulla fotografia bianco e nero, dalla ripresa alla stampa, sia one to one che via Skype. Contattatemi: gerardobonomo@gmail.com, Cell.: 3356619215 )