Introduzione
Alstar DN60: una reflex con attacco obiettivi Nikon Ai e Ai-S
Tra le fotocamere a pellicola 35mm usate, in campo Nikon ormai la macchina di default è la Nikon FM2 o FM2n.
Erede della mitica FM, di fatto raggiunge il 1/4000 di secondo ma non ha altre differenze sostanziali ( una differenza negativa è che non è n grado di montare le prime ottiche F, a differenza della FM ), se non il fatto che, essendo più recente, è possibile che l’otturatore abbia subito meno cicli di scatto e abbia quindi un’aspettativa di vita superiore
Io, e lo vedete nei miei video e nei miei articoli su www.gerardobonomo.it sono sempre stato un cultore della FE, nonostante l’otturatore elettromeccanica che ti costringe solo ad avere qualche grammo di batteria di ricambio in più nella borsa, ma con gli enormi vantaggi della priorità di diaframmi, e dei tempi impostabili fino a 8 secondi, oltre al fatto di poter montare ancora le vecchie ottiche F.
Ma torniamo alle desiate FM2 eFM2N: qualche giorno fa, casualmente, ho scoperto che esiste un corpo macchina, realizzato interamente in metallo, il modello Alstar DN60 che è completamente meccanico come la Nikon FM2, raggiunge il 1/2000 anzichè il 1/4000 di secondo – ce ne si può fare una ragione -, ma soprattutto ha l’attacco baionetta F Mount, ovvero è in grado di utilizzare sia le ottiche Nikkor Ai che Ai-S.
Il distributore è la Tresor di Genova che con una cifra intorno ai 180 Euro, IVA inclusa, ti fornisce la macchina, nuova di fabbrica, con borsa pronto, cinghia, batterie, e uno strano accessorio che scoprirete nel video. Nota dolente: non ne sono rimaste molte, a magazzino….
Interamente meccanica, ovvero funziona su tutti i tempi senza batterie, ha uno schermo di messa a fuoco con microprismi e telemetro a immagine spezzata ma non al 180° bensì a 45° – alcune Nikon lo prevedono come accessorio -, in grado quindi si “spezzare” sia gli elementi lineari verticali che orizzontali agevolando non poco la messa a fuoco. La Alstar DN60 non permette di vedere il diaframma impostato come sulle Nikon fin qui citate, quindi il diaframma va impostato leggendolo sull’obiettivo ma in compenso ha appunto in dotazione uno schermo di messa a fuoco impossibile da trovare di default su una normale fotocamera. Dispone inoltre di due attacchi per syncro flash, uno anteriore e uno posteriore, ovviamente la slitta portaflash, e una lettura media ponderata al centro da EV 1 a EV19. L’otturatore è in metallo a scorrimento verticale e il syncro flash a 1/125. Nel mirino, sulla destra, tre led, uno rosso a forma di meno, uno verde circolare e uno rosso a forma di + informano il fotografo sulla corretta accoppiata tempo diaframma; non dispone della lettura DX ma l’esposimetro può essere tarato da 25 fino a 3200 ISO. Incorpora sul dorso una sorta di nervatura che rende molto ergonomica la presa.
Per concludere, al prezzo di una ovviamente ben più blasonata Nikon, si può scegliere questa fotocamera, che viene venduta solo corpo, sia come prima fotocamera che come fotocamera “muletto” quando ci si avventura in posti in cui malvolentieri ci si aggira con una bella Nikon pur usata ma in condizioni mint da collezione.
Nel video e nell’articolo vi spiego il funzionamento in ogni suo dettaglio.
A voi la scelta, quindi, se cominciare con una fotocamera ovviamente molto orientale ma sconosciuta con l’attacco Nikon ma nuova, o con una bella Nikon usata ovviamente da acquistare in un buon negozio di fotografia italiano.
Faites vos jeux
Buona visione e buona lettura
Gerardo Bonomo
Nikon F , alle origini del mito
La Nikon F è la prima fotocamera reflex prodotta dal 1959 al 1973 dalla Nippon Kogaku (successivamente Nikon). Il progetto viene studiato contemporaneamente a quello delle fotocamere a telemetro Nikon SP, che precedono di due anni le Nikon F nella produzione di serie.
Si è subito affermata come uno dei più completi sistemi fotografici professionali dell’epoca (Exakta, Praktica, Edixa, Miranda), caratterizzato da ottiche e mirini intercambiabili. È stata la prima reflex ad essere dotata di un opzionale motore elettrico per il trascinamento della pellicola. Il vastissimo parco ottiche utilizzabile consentiva di avere uno strumento adatto a tutte le situazioni, dal reportage al ritratto e dalla macrofotografia alla foto d’architettura (con la fornitura di un obiettivo grandangolare 35 /f 3,5 mm decentrabile con movimento a slitta per la correzione delle fughe prospettiche).
L’otturatore, inizialmente prodotto con tendine in stoffa, venne sostituito con una versione in lega di titanio.
Fu una delle prime Reflex dotata di mirino intercambiabile: era possibile sostituire il mirino pentaprismatico in dotazione con il mirino esposimetrico Photomic, il mirino a pozzetto, il mirino sportivo, il mirino angolare, il mirino ingranditore. L’attacco a baionetta usato per montare gli obiettivi al corpo macchina della Nikon F, denominato poi Nikon F-mount, è in seguito rimasto come standard, imponendosi nel tempo come il più grande sistema di obiettivi interscambiabili della storia della fotografia.
Il primo esposimetro era esterno, incorporato nel pentaprisma, al selenio e collegato al selettore delle velocità e all’anello dei diaframmi, poi nel 1962 viene prodotto il mirino Photomic, un esposimetro esterno al CdS (solfuro di cadmio), sostituito dal Photomic T (1965) con misurazione TTL e dal Photomic Tn (1967) con misurazione media a prevalenza centrale tipica della Nikon, dove due fotocellule reagiscono al 60% nella zona centrale al 40% per il resto. L’ultima versione rimane quella del 1968 dove l’esposimetro del Photomic FTn monta un nuovo sistema di informazione della luminosità dell’obiettivo, mediante il quale, una volta montata la lente, è sufficiente far compiere alla ghiera dei diaframmi una corsa completa “avanti – indietro” fino a fondo scala.
Dal 1973 la Nikon F fu prodotta con delle piccole modifiche: leva di avanzamento e levetta dell’autoscatto rivestite di plastica come la F2 (già sul mercato da un paio di anni), l’aggiunta di una filettatura sulla presa sincro-flash e l’irrobustimento degli occhielli per la tracolla. Questi modelli vennero soprannominati “Apollo” in relazione alla missione spaziale Apollo 15 a cui Nikon fornì un modello speciale di F.
Il problema del prezzo: nasce la Nikkormat ( Nikomat in giapponese )
Nata per un pubblico di professionisti, la Nikon F e derivate avevano un prezzo non idoneo al pubblico degli appassionati, e fu così che Nikon decise di costruire un sistema reflex altrettanto valido ma con un prezzo più accattivante
La Nikkormat FT è una fotocamera del tipo reflex a obiettivo singolo per pellicola 35 mm prodotta dal 1965 al 1967, ed è la ‘sorella minore’ della professionale Nikon F.
La FT è ideata per un uso amatoriale. Infatti non dispone del pentaprisma intercambiabile come la F, ma può montare anche essa tutte le ottiche Nikkor.
I tempi vanno da 1 secondo a 1/1000 più la posa B e vengono regolati da un barilotto sulla ghiera di innesto delle ottiche, anziché sulla calotta superiore. Sarà una delle caratteristiche più evidenti della serie FT (Nikkormat FTn, Nikkormat FT2 e Nikkormat FT3). Solo le sorelle elettroniche (Nikkormat EL e Nikkormat ELW), hanno la classica rotellina dei tempi.
L’esposimetro è del tipo a prevalenza centrale, con un ago che segnala sovra-sotto esposizione ed esposizione corretta.
la linea Nikkormat sarebbe diventata la serie Nikon FM e Nikon FE, entrambe considerate fino ad oggi fotocamere economiche professionali o semi-professionali.
La svolta: Nikon FM e Nikon FE
La Nikon FM è la prima reflex Nikon di dimensioni compatte, e le sue caratteristiche comprendono un display di esposizione a LED, tempo, diaframma e spia flash visibili nel mirino, leva per esposizioni multiple, autoscatto. E’ invece priva del dispositivo di blocco specchio, e il mirino prismatico è di tipo fisso. L’innesto a baionetta è previsto per accogliere le ottiche Al, e consente la misurazione stop-down con quelle di vecchio tipo non modificate.
La sua compattezza la rende particolarmente maneggevole, anche con il motore MD-11 montato (3,5 fotogrammi/secondo), ed è una fotocamera meccanica che ha dato prova di notevole robustezza. Per questo motivo è ancora molto richiesta.
La prima versione della FM è riconoscibile per l’anello zigrinato, con posizione di blocco, intorno al pulsante di scatto, e per un’analoga zigrinatura sul bottone di riavvolgimento.
I numeri di serie iniziano con 2100001 o 210020.
Sulla versione seguente della FM, la Nikon ridisegnò la manovella di riavvolgimento ed eliminò l’anello zigrinato intorno al pulsante di scatto. Per tutto il resto, le caratteristiche rimasero identiche.
Tipo: fotocamera reflex formato 24X36mm, con pentaprisma fisso ed esposimetro TTL incorporato
Tempi di posa: da 1 sec. a 1/1000 e B
Gamma sensibilità: ASA 12-3200
Otturatore: a tendina metallica sul piano focale
Sincro-flash: terminale PC e contatto diretto; sincro X, 1/125 sec.
Predisposizione motore: per motori MD-11 e MD-12
Inizio produzione: 1977
Peso: 590 gr.
La differenza è notevole: la FM funziona su tutti i tempi di scatto anche a batteria completamente scarica, e nel mirino, oltre a poter leggere il diaframma impostato, la lettura esposimetrica opera con tre LED, visibili anche in scarse condizioni di illuminazione
La FE funziona senza batteria solo con i tempo di scatto meccanico di 1/90 di secondo, senza batteria non funziona neppure l’esposimetro.
Questo è il motivo per cui molti utenti si tenevano e ancora si tengono alla larga dalle fotocamere manual focus elettromeccaniche, vuoi perchè l’otturatore è appunto elettromeccanico, vuoi perchè la ciruiteria elettronica è più complessa, vuoi perchè, se la batteria si scarica e non si ha con sè una batteria di scorta si espone a occhio e si usa solo il tempo di 1/90 di secondo.
Non avere con sè una batteria di scorta – oggi obbligatorio con il digitale – e una batteria di scorta dalle dimensioni ridottissime, è come non avere con sè pellicole di scorta. A mio parere chi scatta su pellicola deve avere pellicole e batteria di scorta.
La Nikon FE è una fotocamera SLR per pellicola 35 mm. Prodotta dal 1978 al 1983, è la versione elettronica che unisce la tecnologia della Nikon EL2, evoluzione con innesto obiettivi AI della mitica Nikkormat EL, al nuovo corpo macchina introdotto con la Nikon FM, sorella meccanica.
Dal punto di vista estetico, si differenzia dalla sorella meccanica FM oltre che per la presenza sulla ghiera dei tempi della posizione “A” (Aperture: apertura dei diaframmi), da un pentaprisma leggermente più largo e meno spigoloso e dalla possibilità di cambiare lo schermo di messa fuoco standard “K” con altri due (“B” ed “E”). Meccanicamente, invece, ripropone tutti i contenuti della precedente Nikon EL2 alla quale aggiunge la possibilità di sfruttare il motor-winder MD-11 ed MD-12, e di sostituire il dorso con un dorso datario, MF-12, disponibile come accessorio.
I tempi disponibili, da 8 secondi fino al 1/1000 s più la posa B, possono essere selezionati manualmente oppure con priorità di diaframmi selezionando sulla ghiera l’opzione A. In manuale, la corretta esposizione avviene per sovrapposizione dell’ago del galvanometro visibile nel mirino con l’ago di riferimento del tempo impostato.
Pochi sanno che nonostante i tempi lunghi impostabili manualmente arrivano a 8 secondi e conseguentemente in priorità di diaframmi, ho scattato personalmente pose di 3,4 minuti, anche se Nikon non ha mail ufficializzato la cosa. Se a questo aggiugiamo la staratura intenzionale dell’esposizione +/- 2 stop, è chiaro che in priorità di diaframmi, con la staratura è possibile portare un tempo di scatto di 4 o 8 secondi fino a 32 secondi, colmando così l’effetto di non reciprocità.
Unica nota dolente, a mio parere della FE, è che nel mirino, oltre a leggere il diaframma impostato, come la FM, si legge anche il tempo impostato e il tempo suggerito dall’esposimetro; ma quando si scende a luci crepuscolari l’ago non è più visibile, bisogna quindi affidarsi alla priorità di diaframmi.
La macchina non dispone di lettura TTL per il flash, funzionalità che sarà introdotta solo nel 1983 dalla sua evoluzione FE2.
Nikon F Mount
Dal 1960 fino alla comparsa della Nikon Z, nikon ha sempre mantenuta la baionetta originale F Mount, anche quando è nato l’auotofocus e Canon è passata dall’innesto FD all’innesto EOS, invalidando tutte le ottiche Manual Focus.
La Nikon FM e la Nikon FE permettono di utilizzare anche le ottiche Nikon F non Ai, grazie alla possibilità di sganciare il Meter Coupling Lever che serve a informare la macchina sulla massima apertura dell’ottica Ai innestato, una volte sollevato, la macchina accetta appunto anche le vecchie ottiche F
Ma anche di recente, quando Nikon presentò il sistema Z, presentò anche l’adattatore a baionetta FTZ II
L’adattatore baionetta FTZ II funziona con circa 360 obiettivi con baionetta F-Mount in totale, 94 dei quali sono di tipo AF-S, AF-P o AF-I e sono completamente compatibili con AF/AE. L’adattatore non funziona con i primi obettivi F, a meno che non siano stati modificati Ai, ma al netto di questo dettaglio, la compatibilità è quasi assoluta
QUI trovate la tabella delle compatibilità
Al netto dei primi obiettivi F della fine degli anni 50, tutte le altre ottiche sono supportate, a seconda del tipo di obiettivo ci possono essere delle limitazioni negli automatismi – un obiettivi MF non si trasformerà in un obiettivo AF – ma è indubbio che la scelta di Nikon è lodevole.
Non va dimenticata Leica che dal passaggio all’attacco filettato V M 39 all’attacco a baionetta, ha mantenuta e mantiene tuttora la stessa baionetta sulla serie M a partire dal 1954
Nikon F3 e F3HP
Costruite dal 1980 al 2000, quando ormai si erano già affermate anche le ammiraglie autofocus, come la Nikon F4, la F3 ha le stesse funzionalità della FE con diverse feature aggiuntive: oltre al cambio dello schermo di messa a fuoco c’è la possibilità di cambiare il pentaprisma, l’area inquadrata è del 100%, il pentaprisma HP permette la visione dell’intera area inquadrata anche mantenendo l’occhio a 20mm di distanza dall’oculare – è stata progettata per i portatori di occhiali. Accetta le ottiche F, il tempo di scatto è visibile nel mirino all’interno di un display a cristalli liquidi retroilluminabile, ma a mi parere non all’altezza della macchina. Elettromeccanica. ha un solo tempo di scatto manuale, fissato a 1/60 di secondo. Unita al gigantesco pentapisma HP ne fa una delle macchine dal design più iconico nella storia di Nikon. Con una punta d’orgoglio, la F3 è stata la prima macchina disegnata dall’italianissimo Giorgetto Giugiaro, che negli anni successivi disegnò altre macchine
La collaborazione iniziò nel 1979 con la EM a cui seguì la F3 , la F 601, la F4, la F5 e la D4.
Nikon FM3A: il miracolo
Presentata nel 2001, è in un certo senso l’erede della FM2 – trovate sul mio sito diversi articoli su questa fotocamera – con a corredo un 45mm f/2.8 pancake,ha una duplice anima meccanica ed elettronica che le permette di scattare in manuale senza batterie da 1/4000 di secondo fino a 1 secondo, più la posa B e in priorità di diaframmi fino a oltre 8 secondi di posa. L’esposimetro visulizzabile nel mirino è ad ago, ricorda la FE, e credo sia l’unica reflex MF a poter scattare su tuti i tempi senza batterie e a possedere la priorità di diaframmi, alimentata a batteria. Non ebbe un grande successo, si era in pieno periodo autofocus ed è il motivo per cui oggi, usata, ha un prezzo molto elevato sia in finitura silver che black. Il meter couplig lever è fisso, non è quindi possibile montare le vecchie ottiche F non Ai.
La FE2 viene presentata nel 1983 e segue di un anno la sorella meccanica FM2: i tempi di scatto arrivano a 1/4000 di secondo, si aggiunge il TTL flash ma non è più possibile montare gli obiettivi F non Ai. Il syncro flash passa a 1/250 di secondo contro il 1/125 di secondo della FE e il tempo meccanico passa a 1/250 di secondo
Io personalmente non utilizzo nè il TTL flash nè il 1/4000 di secondo e mi piace sapere che la FE, invece, monta anche le vecchie ottiche F
Ne ho parlato in diversi articoli sul mio sito
Nikon FE2 e FM2
Nikon FM2
Presentata nel 1982, poco prima della FE2, ha il syncro flash che passa da 1/125 di secondo, a 1/200 fino al 1/250 di secondo della FM2n. I tempi sono indicati attraverso tre LED, come nella FM. Non può montare le vecchie ottiche F non modificate Ai e oggi è la Nikon MF più richiesta sul mercato. Esattamente come la FM, la FE, la FE2 non ha i DX Contact ( presente invece sulla Nikon FM3A ), quindi la regolazione dell’esposimetro va fatta manualmente.
La FE2 viene presentata nel 1983 e segue di un anno la sorella meccanica FM2: i tempi di scatto arrivano a 1/4000 di secondo, si aggiunge il TTL flash ma non è più possibile montare gli obiettivi F non Ai. Il syncro flash passa a 1/250 di secondo contro il 1/125 di secondo della FE e il tempo meccanico passa a 1/250 di secondo
Nikon FM, FM2, FM2n FE, FE2, FM3A?
La FM è stata in produzione dal 1977 al 1982, la FE dal 1978 al 1983, la FM2 dal 1984 al 2001 la FM2n dal 1983 al 2001, la Nikon FM3a dal 2011 al 2006
L’assistenza ufficiale e la produzione dei pezzi di ricambio è cessata da tempo. Se molti si fanno intimorire dall’elettronica, soprattutto dagli otturatori elettromeccanici, è bene sapere che un’avaria importante, che comporterebbe la sostituzione dell’otturatore è possibile solo attraverso fotoriparatori non ufficiali che abbiano tra le mani in modello identico da cannibalizzare . mediamente un otturatore ha un’aspettativa di vita che va dai 50.000 ai 350.000 scatti, A differenza delle fotocamere digitali dove è possibile con semplici software determinare il numero di scatti che sono stati eseguiti – ma non i minuti o le ore di video – Questo non è possibile con le fotocamere a pellicola. A questo punto quindi, a parte le preferenze tra un otturatore meccanico e un otturatore elettromeccanica quale modello scegliere? Imbattersi in una fotocamera dell’epoca che non ha mai scattato è quasi impossibile e di norma ha prezzi proibitivi. Oggi, nei buoni negozi italiani di fotografia questi modelli, esclusa la FM3A hanno prezzi variabili tra i 150 e i 500 Euro, ma senza nessun tipo di garanzia del numero di scatti già eseguito. O meglio, hanno la garanzia del negoziante, ma per il negoziante stesso assistere attraverso i fotoriparatori la macchina è spesso piuttosto difficile. Se l’varia non è riparabile e la garanzia del negoziante ancora attiva, l’unica possibilità è sostituire l’apparecchio – dipende dalla politica dei vari negozianti
Una alternativa: Phenix
Il nome “Phenix” è spesso confuso con il nome “Phoenix”. La gente presume che sia una sorta di errore di battitura, ma ci sono due società diverse: una chiamata Phenix e l’altra Phoenix. Entrambe le società hanno realizzato fotocamere con innesto per obiettivo Minolta/Rokkor, tipo DFB. Ma le somiglianze finiscono qui. Nessuna delle fotocamere Phenix è uguale alle fotocamere Phoenix.
Phenix inizia la produzione nel 1965 con la Widepan Pro II 140, una fotocamera panoramica che può utilizzare sia pellicola 120 che 220 oltre che 135, con un adattatore separato
Ma a un certo punto hanno deciso di entrare nel mercato delle reflex. Chissà, forse hanno scelto il nome “Phenix” perché è così simile a “Phoenix”, un noto e rispettato produttore cinese di reflex. Non potevano usare il nome “Phoenix”, ovviamente, ma usare il nome “Phenix”
Alcune delle loro fotocamere SLR erano disponibili con diversi attacchi per obiettivi (gli attacchi più comuni erano Minolta, Pentax K, Nikon e Contax/Yashica). Il DC303N e il DN60
Nel 1965 fu creata la Phenix Optical Co., Ltd. Nel 1987, si è trasferita nel suo nuovo stabilimento nella città di Shangrao nella provincia di Jiangxi, nel sud-est della Cina, a metà strada tra Shanghai e Hong Kong. Nel corso del tempo, si è espansa ancora di più con stabilimenti nelle province di Qingpu, Guangdong e Shanghai. Non è noto se diverse fotocamere siano state prodotte in fabbriche diverse o se le diverse fabbriche abbiano realizzato parti di fotocamera, obiettivi, ecc.
Una nota interessante su tutte le fotocamere Phenix/Minolta è che tutte avevano otturatori metallici verticali, alcuni con velocità fino a 1/2.000, ma nessuna aveva bisogno di una batteria per alimentare l’otturatore! La batteria viene utilizzata solo per il misuratore o le informazioni LED nel mirino. Usano tutti DUE batterie A76, ma funzionano perfettamente anche senza di esse, in modalità manuale non misurata. Un altro punto interessante è che NESSUNA delle fotocamere Phenix aveva un’opzione per un avvolgitore di pellicole o un motore. Anche se questo ovviamente ha mantenuto basso il prezzo delle fotocamere, sarebbe stata una buona opzione su almeno alcuni dei loro modelli di fascia alta.
Phenix ha realizzato diversi obiettivi con l’attacco per obiettivo Minolta Rokkor, ma anche con altri attacchi. Per confondere ancora di più le cose, li ha chiamati Phoenix. Quindi è possibile vedere una fotocamera Phoenix con un obiettivo Phenix o una fotocamera Phenix con un obiettivo Phoenix.
Tresor SRL, un distributore genovese di materiale fotografico, si mise in contatto con la Phenix e fece realizzare due modelli di fotocamera, usando un brand di cui Tresor detiene il copyright: Alstar.
I modelli più interessanti sono la Alstar DC303N con innesto a baionetta PX e la Alstar DN60, con innesto a baionetta Nikon Ai.
La Alstar DN60
La Alstar DN60, è una reflex monobiettivo 35mm, formato 24×36 ed innesto a baionetta Nikon. Otturatore a tendina metallica con scorrimento verticale. Tempi di otturazione da 1/2000 sec. fino a 1 secondo + posa B.Sincronizzazione flash a 1/125 sec. e doppia presa per cavo sincro. Autoscatto meccanico con ritardo di circa 10”. Pulsante di scatto meccanico. Pulsante multi esposizione. ( disposto sul fronte della fotocamera e non annegato al di sotto della leva di riarmo, tipico di tutte le Nikon. Misurazione dell´esposizione TTL a tutta apertura di tipo medio con prevalenza dell´area centrale, con fotodiodo al silicio. Impostazione manuale dei dati di esposizione con display LCD. Campo di misurazione EV 2-19 (con film ISO 100). Sensibilità ISO 25-3200. Alimentazione con due pile alcaline LR44 da 1,5V in dotazione. Mirino con visione del 92% del campo effettivamente inquadrato. Schermo di messa a fuoco con lente di Fresnel, microprismi a telemetro ad immagine spezzata al centro a 45 gradi – lo schermo non è intercambiabile ma il telemetro a 45 gradi permette di spezzare e di conseguenza focheggiare sia oggetto verticali che oggetti orizzontali. Nel mirino non è possibile vedere il tempo di posa impostato sull’obiettivo ( non dispone dell’aperture index window, nè il tempo di posa impostato. L’esposimetro è visibile nel mirino sotto forma di tre LED, uno rosso col simbolo del meno, uno verde col simbolo del “O” e un terzo rosso col simbolo del +. Contafotogrammi additivo ad azzeramento automatico.
Colore grigio metallizzato. Costruita interamente in metallo.
Dimensioni: 135×84,5x50mm.
Peso: gr. 530 solo corpo.
Attualmente non è più in produzione ma Tresor ne ha ha disposizione ancora diversi modelli: parliamo di macchine NUOVE, imballate e con un prezzo, solo corpo, che si aggira sui 180 Euro
Pro e contro.
Pro:
Ottimo rapporto qualità prezzo
La macchina è nuova di fabbrica, tutti i componenti, a partire dall’otturatore non hanno subito alcun ciclo di scatto
Funziona su tutti i tempi senza batterie
Il tempo più veloce, 1/2000 di secondo, è a metà strada tra la Nikon FM e la Nikon Fm2
La visualizzazione della corretta accoppiata tempo/diaframma a LED ne permette l’uso anche in luce crepuscolare, come la FM2, cosa impossibile da visualizzare con l’ago del galvanometro tipico della FE, FE2, FM3A
Lo schermo di messa a fuoco con microprismi e telemetro a immagine spezzata a 45 gradi è unico: nessuna Nikon è proposta con il telemetro a 45 gradi. Alcuni modelli dispongono di schermo di messa a fuoco opzionale a 45 gradi, come la F3 che non dispone però, per questo tipo di schermo, dei microprismi.
Il tempo di scatto può essere impostato dal primo fotogramma ( la Nikon F3 scatta i primi tre fotogrammi a 1/125 di secondo, indipendentemente dal tempo di scatto impostato.
E’ venduta con la borsa pronto incorporata e il “naso” può essere staccato, per proteggere solo il corpo macchina
Oltre ad avere la slitta a contatto caldo – non TTL, è dotata di due prese syncro per cavo flash: una sulla parte frontal, e una sulla parte posteriore – mai vista una cosa del genere su nessuna fotocamera –
Nell’imballo è incluso un paraluce in gomma collassabile da 52mm _ che è il 90% del diametro filtri degli obiettivi Nikon – una sorta di diaframma in plastica orientabile che può dividere l’immagine p in 4 spicchi da 90 gradi o in due spicchi da 180 gradi, un sistema particolare per effettuare delle doppie o delle quadruple esposizioni sullo stesso fotogramma, mantenendo separate le zone già esposte, Un virtuosismo da Lomographisty , ma al contempo un accessorio che i, in oltre quarant’anni di attività fotografica, non avevo neppure mai immaginato
Dispone di un grip incorporato nel design che ne rende la presa più salda e ergonomica
Contro
E’ priva di priorità di diaframmi ( ma visto il successo della FM2 sembra essere una funzione non così gradita dai Nikonisti, visto che tutte le fotocamere Nikon con priorità di diaframmi, senza batteria funzionano con un solo tempo di scatto
Non è possibile vedere nel mirino nè il tempo nè il diaframma impostato ( ma neppure nelle Leica M a pellicola, esclusa la M7 )
Non può lavorare con i vecchi obiettivi F, ma nuovamente, questa sembra una funzione non prioritaria nella scelta di acquisto di una Nikon MF predisposta per le ottiche Ai
Non è una Nikon, un dettaglio che può non interessare chi è alla ricerca di una fotocamera meccanica MF ma che per un nikonista è dura da digerire
L’obiettivo
Abbiamo provato un obiettivo, sempre distribuito da Tresor, il Seimar 24/70 mm f.3,5-4,8 con diametro filtri 67mm ( Tresor è anche il distributore dei filtri giapponesi Marumi che ha a catalogo anche i filtri classici per il bianco e nero.
Qusto zoom, realizzato interamente in metallo, ha la particolarità di lavorare in macro fino al rapporto 1:4 da 28 fino a 70mm ( circa 30cm dal piano focale al soggetto principale ), mentre a 24mm la minima distanza di messa a fuoco è intorno ai 70cm di distanza dal soggetto prinicipale.
Nessun obiettivo zoom di pari focali Nikon, neppure tra i modelli AF, vanta una minima distanza di messa a fuoco così ravvicinata su tutte le focali – qui esclusa la focale 24mm. Il cambiamento della focale è a ghiera e non a pompa, e l’obiettivo anche alla massima focale si allunga di meno di due centimetri, la messa a fuoco è come di consueto a ghiera circolare. E’ presente il doppio indice dei diaframmi, quindi, se viene montato su una Nikon MF è possibile vedere nel mirino il diaframma impostato. Non è certo un obiettivo luminosissimo ma questa possibilità unica di lavorare in macro su tutte le focali tranne che a 24mm compensa la relativa luminosità.
Tra le ottiche Nikon Ai esiste un 24-50mm f/4 prodotto tra il 1979 e il 1981 che arriva alla minima distanza di fuoco di 60 cm e un Ai-S prodotto dal 1981 al 1985 che arriva alla minima distanza di messa a fuoco di 60 cm. Questo Seimar, quindi, con un range di focali da 24 a 70mm e la minima distanza di messa a fuoco a circa 30 cm è unico nel suo genere. Sino naturalmente presenti i riferimenti per la fotografia IR e la scala delle profondità di campo. L’obiettivo, ancora una volta, è nuovo e il prezzo si aggira intorno ai 180 Euro per uno zoom tuttofare che a mio parere può essere un obiettivo per iniziarsi al mondo della fotografia argentica, ma anche per chi già la pratica. Non siamo rusciti a scovare le caratteristiche tecniche, lenti, gruppi, na dai risultati delle prove ci sembra un obiettivo ( full frame ) più che adatto per le riprese su pellicola.
Sul campo
Ho usato una delle mie pellicole preferite, la Rollei Retro 400S sviluppata in Bellini Hydrofen alla diluizione 1+31, prebagno in acqua a 20°C e 17 minuti di sviluppo
La relativamente alta sensibilità mi ha permesso di scattare a mano libera, nonostante uno scatto sia stato fatto in interni, alla massima apertura e in modalità macro, e il secondo scatto in una giornata decisamente uggioso.
L’esposimetro della fotocamera si è comportato a dovere e così l’obiettivo
Nelle giornate serene l’uso dei filtri è indispensabile: Tresorsrl importa i filtri della giapponese Marumi che sono ancora disponibili anche per il bianco e nero.
Conclusioni
Pur lasciando la mia preferenza alla Nikon FE – una volta impostato il diaframma ci si limita a focheggiare – questa fotocamera, e perchè no, questo obiettivo, nuovi di fabbrica, danno comunque una garanzia di funzionamento assoluto. Anche se i valenti negozi di fotografia italiani sostituiscono sempre le guarnizioni del dorso e del box specchio e in alcuni casi fanno anche controllare le velocità dell’otturatore, prima di mettere il prodotto in vendita come usato e con garanzia – qui parliamo di una fotocamera immacolata e con una degli attacchi ottiche più privilegiati, l’attacco Nikon F.
Certo, il marchio più che anonimo, in confronto al blasonato Nikon, è duro da digerire, ma se l’obiettivo ( !!!! ) di una fotocamera è di fotografare e con una certa qualità, pensare nel 2023 a una fotocamera e a un obiettivo nuovi di fabbrica, e non con almeno 40 anni di lavoro sulle spalle – non dimentichiamo che gli otturatori nella maggior parte dei casi non possono essere riparati ma devono essere sostituiti e abbiamo spiegato, pezzi di ricambio non ce ne sono più, senza contare il prezzo della sostituzione di un otturatore – è una scelta da non scartare a priori. Un nikonista felice possessore di un corredo ottiche Nikon e di un corpo macchina pari al nuovo, potrebbe in certe condizioni ambientali utilizzare le ottiche Nikon – l’ottica rimane al 90% il cuore della bontà di un’immagine ) su un corpo macchina compatibile ma nuovo e dal prezzo oggettivamente accattivante.
Un appassionato alle prime armi potrebbe prendere in considerazione la Alstar DN 60, con o senza il Seimar 24-70mm, magari corredandolo di un’ottica Nikon, magari una economica serie E –
Buona luce.
Gerardo Bonomo
Alla prossima, quindi, e vi ringrazio per il vostro tempo e la vostra attenzione.
Il vostro affezionatissimo, iridescente, senescente, e soprattutto, monocromatico, Gerardo Bonomo
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